Come una foresta, la struttura del complesso è irriconoscibile a prima vista e scoperta solo in modo tortuoso. I quattro edifici sono organizzati come un insieme di alberi pietrificati a formare un insieme di cortili con  poco ingombro a livello del suolo. La sospensione al di sopra del suolo attraverso i pilotis permette una fluida continuità fisica e visiva tra il parco e la città. Fa occhiolino alla Maison la Roche di Le Corbusier, situata in questo stesso quartiere di Parigi, sembra ovvio.

Gli effetti di profondità sono raggiunti anche attraverso il gioco di luci e ombre. Le facciate curve generano movimenti dinamici che non rendono i volumi puramente statici, ma soggetti invece a condizioni e processi temporali mutevoli. La vicinanza degli edifici potrebbe sembrare insufficiente, ma i progettisti riescono con una serie di semplici movimenti altamente controllati a riempire con qualità questi spazi interstiziali, fornendo agli appartamenti molteplici orientamenti per la luce naturale, la ventilazione e la vista.

Il progetto esprime i suoi parametri di sostenibilità attraverso un rapporto con il luogo, ne sono prova le considerazioni spaziali legate all’ambiente circostante, i sottili riferimenti al contesto architettonico e la risposta alle condizioni ambientali. Nonostante la complessità del progetto, gli architetti sono riusciti a creare un insieme frammentario che comprime tempo e spazio e lo rende allo stesso tempo pubblico e domestico.