Modernismo marocchino: una campagna promuove il patrimonio degli insediamenti operai

L’Associazione Culturale NOSTOI lancia una campagna di raccolta fondi su Kickstarter per valorizzare e proteggere le architetture marocchine costruite tra gli anni Venti e gli anni Sessanta.

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di EdmondBrion.

Photo Emilio Mossa

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di Edmond Brionand. Dietro, la fabbrica di zucchero.

Photo Emilio Mossa

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di Edmond Brion.

Photo Emilio Mossa

La fabbrica di zucchero della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca.

Foto Tommaso Vangi

L’entrata della Cité deOCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

L’entrata della Cité de OCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

La piazza interna con la moschea della Cité de OCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

La piazza interna con la moschea della Cité de OCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

Con il progetto “Cités Ouvrières: Redescovering Moroccan Modern Architecture”, l’Associazione Culturale NOSTOI si propone di valorizzare gli insediamenti operai marocchini, costruiti tra gli anni Venti e gli anni Sessanta in alcune aree urbane e rurali del Paese. Per ragioni economiche, sociali e politiche, questi quartieri sono destinati a mutare o a scomparire: per realizzare il progetto, NOSTOI ha deciso di lanciare una campagna di raccolta fondi sulla piattaforma statunitense Kickstarter. 

Costruite come città autonome, con alcuni dei principi urbanistici delle medine, gli insediamenti sono però ben lungi dall’essere riconosciuti come parte della storia urbana. Aperta fino al 29 gennaio, la campagna di raccolta fondi si concentra sulla ricerca e la documentazione di queste architetture marocchine, con l’obiettivo di valorizzarle e proteggerle, sottolineandone la ricchezza sociale ed evitando il rischio di demolizione. Dopo aver documentato e raccolto materiali — fotografie di Piero Percoco, disegni, misure — l’associazione con sede a Milano e Rabat pubblicherà un libro per parlare degli insediamenti. Tra questi, NOSTOI documenterà la Cité de la COSUMA (Compagnie Sucrière Marocaine, 1923) e la Cité ouvrière des Ciments Lafarge (1922), entrambe a Casablanca; la Cité des Phosphates (1938), a Khouribga; la Cité ouvrière de la SOCICA (Société Cherifienne de la Cité Ouvrière Marocaine de Casablanca, 1942), a Casablanca. Tutte sono state realizzate dall’architetto francese Edmond Brion e ospitano ancora le famiglie degli operai di un tempo. 

Foto Tommaso Vangi

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

Una strada nella Cité Ouvrière de la COSUMA a Casablanca progettata da Edmond Brion.

Photo Emilio Mossa

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di EdmondBrion.

Photo Emilio Mossa

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di Edmond Brionand. Dietro, la fabbrica di zucchero.

Photo Emilio Mossa

Il portico all’entrata della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca, di Edmond Brion.

Foto Tommaso Vangi

La fabbrica di zucchero della Citè Ouvrière de la COSUMA a Casablanca.

Photo Emilio Mossa

L’entrata della Cité deOCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

L’entrata della Cité de OCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

La piazza interna con la moschea della Cité de OCP a Khouribga.

Photo Emilio Mossa

La piazza interna con la moschea della Cité de OCP a Khouribga.