Città a misura di bambini

Arup ha presentato una nuova partnership con Bernard van Leer Foundation per pensare città a misura di bambino in contesti urbani fragili.

Growing up in the city, questo il nome dell’evento che Arup, nella sua sede londinese, ha promosso per siglare una nuova partnership con Bernard van Leer Foundation per proseguire la ricerca sulla città a misura di bambini. Il tema, che in Arup è di competenza del dipartimento senza scopo di lucro International Development, è cruciale per lo sviluppo delle città. Il ragionamento dovrebbe essere ovvio ma così non è nella realtà. Sia le città ricche sia quelle con grandi sacche di povertà sono costruite dimenticandosi dei bambini. Eppure se già oggi oltre il 50% della popolazione mondiale vive in città, e nei Paesi del terzo mondo la natalità è ancora elevata, è necessario cambiare completamente prospettiva e i progettisti in tutto questo hanno un ruolo. Le scelte che si compiono oggi avranno un grande impatto sui bambini di domani ma auspicabilmente anche su quelli di oggi.

Growing up in the city Growing up in the city. Urban95 Virtual reality ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. Urban95 Virtual reality ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. LEGO workshop ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. LEGO workshop, i risultati ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. LEGO workshop, i risultati ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. Il workshop di Save the children ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. Michael Feigelson, Bernard van Leer Foundation ©Arup

Growing up in the city Growing up in the city. Tavola rotonda ©Arup

“Tra gli obiettivi della partnership”, spiega Sara Candiracci, associate director della divisione, “quello di arrivare nel 2020 a produrre una guida per interventi a misura di bambino in contesti fragili come campi di rifugiati e insediamenti informali. I contesti di fragilità sono quelli per i quali lavoriamo: si tratta di una ricerca applicata su tre casi studio in Kenya, Libano e Sud America che coinvolge Save the Children, il cui scopo è quello di riuscire a definire degli standard di base rivolti ai policy makers. Proprio per questa partnership abbiamo sviluppato un nuovo strumento di realtà virtuale che permette di vedere la città ad altezza d’occhio di un bambino di tre anni.” La partnership è un ulteriore sviluppo del programma di Bernard van Leer Foundation Urban 95, lanciato dalla fondazione nel 2016 e che ha già coinvolto 41 Paesi.

Growing up in the city, Virtual reality © Arup

Durante la giornata di presentazione si sono tenuti quattro workshop. Uno dedicato ai bambini e sponsorizzato da LEGO: curioso che i bambini inglesi abbiano immaginato molti spazi in cui stare con gli animali. In un analogo workshop che si è tenuto a Milano in dicembre con Winy Maas i ragazzini hanno pensato a spazi verdi e liberi, come i loro omologhi inglesi, ma di animali neppure l’ombra!
Gli altri workshop, tenuti rispettivamente da Bernard van Leer Foundation e Unicef, Save the Children e NACTO, di fatto strutturati come brain storming, hanno visto tra i partecipanti persone con differenti formazioni, come si conviene ad un approccio aperto.

Growing up in the city. Urban95 Virtual reality ©Arup

In sostanza i temi su cui è necessario lavorare sono legati al benessere dei bambini, i futuri adulti, che vivono e vivranno nelle città. La questione va affrontata da molteplici punti di vista. La salute, si pensi ad esempio all’incidenza dell’inquinamento sulla salute respiratoria: le città di oggi sono a misura di automobile e non di bambini. La relazione tra le generazioni: gli adulti che si occupano dei bambini, genitori, educatori e nonni, vivono gli stessi spazi nel tempo che passano insieme, perciò ciò che è funzionale agli uni deve esserlo anche per gli altri. L’impatto delle esperienze della prima infanzia sulla salute mentale e in generale sullo sviluppo degli individui, che ha specifiche caratteristiche per chi vive in città. Il gioco: è ormai dimostrato che il gioco è una forma di apprendimento, lo è anche per molti altri animali. Si è dimostrato anche che è fondamentale anche giocare all’aperto, cosa per nulla semplice in uno slum ma nemmeno per un bambino che vive in un edificio di 40 piani. La sicurezza, intesa come percorsi per spostarsi da un luogo all’altro, sicuri e rassicuranti. Tutti questi punti chiave possono e debbono essere progettati con un approccio che, partendo dal basso, sia in grado di sensibilizzare gli amministratori prima e tradursi in azioni concrete poi.