“Il futuro delle città è istantaneo”, dice Stefano Boeri, direttore artistico di Milano Arch Week,  settimana dedicata all'architettura arrivata alla sua seconda edizione e che si tiene dal 23 al 27 maggio, in  “continuità ideale con la Biennale di Venezia”, alla Triennale, al Politecnico e alla Fondazione Feltrinelli. La manifestazione è promossa dal Comune di Milano, dal Politecnico di Milano e dalla Triennale di Milano, in collaborazione con la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. “C'è una riduzione del tempo che ci separa dalla dimensione della fantascienza, molte delle questioni che un tempo ci sembravano lontanissime nel campo delle utopie  appartengono a un futuro istantaneo: ora decidiamo la città che ci sarà fra 50 anni.” Ed è per questo che la settimana ha come tema “Urbania, uno sguardo sul futuro delle città”. Il titolo  si ispira alla celebre collana di letteratura di fantascienza “Urania”, nata nel 1952 e che ha avuto come curatori la coppia Fruttero e Lucentini. Si parla della città del futuro, ma anche di cittadini che la abitano. Parallelamente alla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli c'è “About a City. Places, ideas and rights for 2030 citizens”, che si articola  in un  programma di talk, dibattiti, spettacoli e proiezioni,  con la curatela scienti­fica di Stefano Boeri, Mauro Magatti e Salvatore Settis. 

Si trattano i temi della diversità e le questioni di convivenza, dei diritti delle minoranze, dell’accesso ai servizi; l’avanzamento del digitale, l’infrastruttura tecnologica, le soluzioni legate alla sostenibilità per una progettazione urbana in alleanza con la natura. “Con il nuovo rettore del Politecnico Ferruccio Resta e il sindaco Giuseppe Sala ci siamo immaginati un evento urbano”, continua il direttore artistico della manifestazione, “a Milano, che è stata negli ultimi anni attrattore di grandi nomi dell'architettura, e da questo punto di vista ha pochi competitor nel mondo. È giusto che la città si trasformi in una grande scuola popolare attraverso l'architettura”. La manifestazione, è vero, ospita le lecture dei big (o dei futuri big) dell'architettura, tra cui quattro premi  Pritzker,  Jacques Herzog (24 maggio ore 18.30, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli), che apre il programma di About a City, Kazuyo Sejima (24 maggio ore 18.00, Politecnico di Milano), Wang Shu (26 maggio ore 18.00, Triennale di Milano) e Toyo Ito (27 maggio ore 21.00, Triennale di Milano). Ma ci sono anche Bjarke Ingels, Carrilho da Graça, Jeanne Gang, Cino Zucchi e altri (programma sul sito).  Milano come collettore di un confronto anche sull'(eventuale) architettura globale, “Alcuni grandi nomi sono in grado di offrire a città emergenti uno status, in questo senso c'è una forma di globalizzazione dell'architettura, che è molto legata ad alcuni tratti linguistici di alcuni architetti” . E ovviamente si discute di flussi migratori, di come le città europee li abbiano recepiti: “Le città europee sono dei palinsesti, i flussi migratori hanno cambiato la storia. Ci sono porzioni di città che vengono riscritte da  nuove culture abitative. Questo non può fermarsi e non si fermerà ”. Perché andare? Conclude Stefano Boeri “È l'occasione di prendere l'architettura con la giusta dose di ironia, divertendosi ed evitando la celebrazioni”.