Milano, abbiamo perso l’Ema (European Medicines Agency), ma avremo la Città della Scienza, e nascerà sulle ceneri del padiglione Expo 2015. Bisogna ammettere che rispetto ai tempi di Expo 2015, durante quell’estate superaffollata, ora l’area fa un po’ impressione. Si entra in uno scenario desertico, affascinante come un paesaggio padano di Antonioni. Qui il monumento alla vita è rappresentato da una solitaria tigelleria perfettamente conservata. E chiusa, ovviamente. Al momento non c’è una punta di verde nemmeno a pagarla quel verde che a Milano centro invece colora di foglie i marciapiedi d’autunno – ma ci sarà. La vegetazione è il punto di partenza del progetto: un parco lineare lungo il decumano.
Milano. Ciao EMA! Si fa la Città della Scienza
Gli spazi di Expo 2015 diventano il quartiere del futuro, con automobili automatiche. Un parco lineare a 20 minuti di metro dal centro.
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- Olga Mascolo
- 29 novembre 2017
- Milano
Andrea Ruckstuhl, amministratore delegato di Lend Lease, la multinazionale australiana di sviluppo immobiliare che ha vinto il bando della società Aerexpo, spiega: “Per noi il parco è il punto di partenza del progetto di rigenerazione urbana”. Lend Lease vanta nel suo storico una quantità di casi di successo importanti che includono luoghi come la Columbia University o la rigenerazione del post villaggio olimpico di Londra (a Stratford). Il progetto, dice Giuseppe Bonomi di Aerexpo, “ha una visione di lungo termine”. Land Lease ha vinto un bando di 99 anni. Non stupisce: si tratta della creazione di un quartiere che nasce da zero, e per renderlo vivo e naturale ci vorrà del tempo. “Avrà sicuramente un valore immobiliare, e ci sarà una progettazione edilizia a venire”, continua Giuseppe Bonomi. Il progetto è suddiviso in due parti: si ha il parco e l’edilizia. Il verde è progettato dallo studio Land. Illustra Andreas Kipar, architetto paesaggista fondatore del gruppo: “La nostra proposta progettuale prevede la realizzazione di un grande parco tematico di 460.000 metri quadrati, dei quali 130.000 già esistenti, rispettoso dell’impianto originario del sito, per creare un equilibrio tra spazio antropico e spazio naturale”. L’edilizia è progettata dallo studio dell’architetto Carlo Ratti che spiega, mentre le slide scorrono: “Siamo partiti proprio dal parco perché volevamo cominciare con la vita, in quella che è stata un’area densamente popolata durante Expo”. La zona avrà tre caratteristiche. Il parco lineare, che si svolge sul decumano. Il “Common ground”, ovvero i primi due piani di tutta l’area dedicati alla vita pubblica Ratti chiama “spazi di serendipity”: si tratterà di aree comuni, private o pubbliche, ma destinate a una fruizione. Il terzo punto è la mobilità innovativa: nell’area funzioneranno solo piccole automobili elettriche automatiche. “Le vetture vengono usate dai possessori solo al 5%”, spiega Ratti. “E occupano spazio nelle nostre città”. Auto senza conducente: L’aspetto più futuristico, che noi fruitori vediamo come il più utopico, ma anche quello su cui il governatore della Lombardia Roberto Maroni, (Lega Nord), e dunque la politica, vuole investire: “Come regione Lombardia abbiamo contribuito con 50 milioni e la parte più convincente è quella sulla mobilità elettrica in cui Volkswagen sta investendo”. È giusto dire che se all’estero l’Italia viene vista come il luogo in cui le scaramucce politiche portano al nulla e all’immobilismo, questo progetto almeno per il momento dimostra che non sempre è così. Il futuro sviluppo dell’area vede diverse realtà lavorare di concerto con schieramenti politici diversi: la città di Milano (l’amministrazione Pisapia e Sala di centro sinistra), la gerenza della Regione Lombardia rappresentata da Maroni (Lega Nord) e il governo (Renzi, centrosinistra discusso), tutti a collaborare a un progetto, che, almeno sulla carta, riguarda il bene della cosa pubblica e della collettività.