Il progetto nasce con l’idea che un grande gesto architettonico non avrebbe apportato significativi miglioramenti al programma. Rotor e l’associazione di architetti V+ ha deciso quindi di preservare interamente la struttura e tutte le sue incongruenze.
Dirty White Cube
Nel centro culturale progettato da Rotor a Bruxelles il vecchio e il nuovo si confondono, formando un progetto organico che si pone tra il domestico e il teatrale.
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- 27 aprile 2017
- Bruxelles
L’area di progetto, che attraversa un blocco urbano di Bruxelles, contiente un ensamble eterogeneo di edifici di tipologie diverse. Il doppio affaccio su strada è stato visto come una grande potenzialità. Attraverso demolizioni mirate e con l’aggiunta puntuale di elementi architettonici, gli spazi irrazionali e poco permeabili sono diventati attraenti, offrendo un ricco catalogo di spazialità differenti.
Anche le finiture seguono questo concetto di riuso. Diverse tonalità di bianco unificano la varietà degli spazi e indagano l’utilità pratica del white cube, con l’utilizzo di un ampio vocabolario di materiali diversi. Senza voler concettualizzare in alcun modo il progetto, il vecchio e il nuovo si confondono, formando un progetto organico che si pone tra il domestico e il teatrale.
MAD Brussels, Bruxelles
Tipologia: uso misto
Architetto: Rotor e V+ (Vers plus de bien-être)
Completamento: 2017