Il progetto adotta la struttura a sbalzo con “volte a ombrello” con setti indipendenti, mentre i muri di taglio, disposti liberamente, sono incorporati nel seminterrato in modo da collaborare con il sistema strutturale originale.

Con questi muri il primo piano interrato del parcheggio è stato trasformato in uno spazio espositivo, mentre al piano terra le diverse direzioni delle “volte a ombrello” – che ospitano anche gli impianti elettrico e meccanico – evidenziano i molteplici orientamenti dei volumi. Così come il piano terra, i muri e le superfici orizzontali sono in cemento faccia a vista, finitura usata come elemento unificatore che indebolisce la demarcazione dei diversi volumi.

Lo spazio interno esercita una sorta di fascino primordiale e indomito, mentre le dimensioni spaziali e le superfici di calcestruzzo con i segni dei casseri lo rendono reale.

L’immediatezza e semplicità risultanti da questa struttura “letterale”, i materiale e lo spazio, la sensazione di forza o leggerezza data dai grandi sbalzi, pongono il museo in conitnuità con le strutture industriali esistenti, non sono temporale ma anche spaziale.

Lo spazio espositivo al piano terra e la “scatola bianca” al primo piano interrato sono collegati da una scala spiraliforme. La tensione parallela evidenzia lo spazio, primordiale ma realistico, e le opere d’arte dei periodi antico, moderno e contemporaneo, legano lo spazio espositivo alla temporalità.