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Mill Junction
Completata in meno di un anno, Mill Junction è una residenza per studenti realizzata a basso costo e ad alta efficienza energetica utilizzando silos preesistenti e vecchi container.
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- Marco Svara
- 13 maggio 2014
- Johannesburg
Pochi mesi fa, alla fine di febbraio, dopo un anno dall’inizio dei lavori, è stato inaugurato il progetto Mill Junction, un dormitorio di 11 piani per studenti realizzato dalla Citiq Students (una società satellite della Jika Properties Pty) all’interno di cinque silos abbandonati, precedentemente utilizzati per lo stoccaggio del grano ai quali sono stati aggiunti, di lato e sulla sommità, una serie di container vecchi di 50 anni.
Localizzato nel quartiere di Newtown, rigenerato nel 1904 a seguito di un incendio avviato dai vigili del fuoco per debellare un’epidemia di peste bubbonica (precedentemente l’area era chiamata Brickfields per la grande quantità d’argilla presente utile per la produzione di un cospicuo numero di mattoni), l’intervento si posiziona strategicamente a due passi dalla ferrovia e baricentricamente rispetto all’Università di Witwatersand (Wits), all’Università di Johannesburg (UJ), alla Scuola Cinematografica ADFA e a una serie di college quali il Birnam Business College, il Damelin e il City Varsity.
I 375 posti letto disponibili, suddivisi in stanze singole e doppie (nei container) e appartamenti (posizionati all’interno dei silos), vengono impreziositi dalla presenza di una moltitudine di servizi quali aule studio e biblioteche, sale multimediali, spazi informali e ludoteche, bar e cucine comuni, una palestra e addirittura una parete d’arrampicata. Il tutto, all’interno di spazi contraddistinti da colori accesi e vivaci. La connessione WiFi è gratuita e a disposizione di tutti gli ospiti della struttura, mentre una reception, aperta ventiquattr’ore su ventiquattro, alla quale si accede attraverso il riconoscimento dell’impronta digitale, offre un elevato grado di sicurezza.
Il progetto di rigenerazione urbana Mill Junction può essere definito come un intervento “sostenibile al cubo”. Partiamo dal primo grado di elevazione, quello ambientale. Pompe di calore per la produzione di acqua calda e per il riscaldamento irradiano l’intera struttura come un vero e proprio sistema cardiovascolare. Le finestre, presenti in ogni stanza, sono dotate di un dispositivo di movimento con sensore di luminosità capace di azionare, a seconda dei casi, l’apertura o la chiusura degli infissi a doppia camera. Citiq calcola che grazie a questi semplici accorgimenti la struttura abbia ridotto del 50 per cento il consumo energetico rispetto a un edificio di pari categoria, dimensione e funzione. Infine, i container colorati che caratterizzano la realizzazione, sono stati recuperati ed efficacemente coibentanti, risparmiandoli da un lento, costoso oltreché inquinante processo di dismissione.
Il secondo grado riguarda la componente economica. Da un lato il costo di realizzazione, estremamente contenuto. Dall’altro il prezzo dei servizi offerti: alloggiare all’interno della struttura costa relativamente poco se rapportato alla disponibilità media delle famiglie con figli in procinto di intraprendere un percorso scolastico di tipo superiore o universitario.
Il terzo riflette sulle peculiarità procedurali e sociali dell’iniziativa. L’intervento, che si sviluppa per poco meno di 40 metri in altezza, è stato concluso in dodici mesi, dando contestuale, concreta e rapida risposta ad una carenza strutturale di alloggi per studenti che stava alimentando un mini-processo di delocalizzazione degli stessi in altre capitali o favorendo l’abbandono del percorso scolastico da parte di quei ragazzi imprigionati da un reddito famigliare medio-basso.
Importante, sotto diversi aspetti, la volontà di realizzare un tetto panoramico completamente calpestabile in erba sintetica, in modo tale da aumentare le opportunità di relazione visuale con il territorio circostante, offrendo nuovi stimoli e inedite occasioni di letture urbane agli ospiti. Quando lo si osserva dall’esterno, Mill Junction si propone come un landmark dal sapore contemporaneo, strizzando l’occhio ai nostalgici adoratori di Kevin Lynch, ultimamente offuscati da un’incessante e incontrollabile standardizzazione/globalizzazione degli interventi per l’ospitalità studentesca.
Paul Laphman, amministraore delegato di Citiq, sembra essere ottimista anche sulle possibilità di replicare l’iniziativa nonostante sottolinei la necessità di sperimentare nuove modalità per la rigenerazione e l’efficientamento energetico dei container. Vista la quantità di strutture inutilizzate dal forte carattere identitario dislocate in diversi nodi universitari della vecchia Europa, con le dovute contestualizzazioni e modifiche, chissà che Mill Junction non ispiri una serie di imprenditori lungimiranti che intendano iniziare un processo di rigenerazione urbana utile alla comunità, alle loro tasche e a un sistema scolastico-universitario sempre più in crisi perché privo di strutture di qualità a supporto dell’insegnamento.
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Mill Junction, Johannesburg
Programma: residenza per studenti
Impresa: Citiq Students
Completamento: 2014