Il Parrish Art Museum di Herzog & de Meuron tratteggia un'immagine forte: due tetti a doppia falda uniti, forme estruse di un'inconsueta lunghezza, si stagliano contro un pittoresco sfondo campestre. Avvicinandosi in diagonale lungo la Montauk Highway a Southampton, nello Stato di New York, la struttura appare come una stridente astrazione, tanto che risulta difficile non essere d'accordo con Jacques Herzog quando afferma che il Parrish ha più a che fare con "la morfologia tradizionale del terreno" che con l'architettura contemporanea.
L'immediatezza dell'immagine ha portato alcuni commentatori, che non hanno visitato l'edificio, a ritenere che si tratti di un progetto frettoloso e a concludere che non meriti un'analisi più approfondita. Tuttavia, il modo in cui il Parrish accoglie e insieme rovescia le reazioni più superficiali — il che senza dubbio accade, quando è visto di persona — rappresenta, invece, uno dei suoi aspetti più sorprendenti. Come racconta Herzog, il Parrish Art Museum "sembra inizialmente un readymade": una forma iconica vernacolare, arruolata al servizio dell'architettura. Secondo l'architetto svizzero, se le sue foto "fanno sorgere la domanda: 'È o non è convenzionale?'", una visita all'edificio "fornisce la risposta: 'No, non lo è'".
Il Parrish mette in discussione "le costruzioni esageratamente iconiche: quelle pensate per apparire sulle riviste, dove conta solo la forma". Ancora più notevole è il fatto che — nonostante lo scetticismo di Herzog riguardo al modo in cui l'architettura incontra la carta stampata — lo stesso ribaltamento delle attese abbia luogo attraverso un attento esame delle piante del museo.
Il Parrish Art Museum unisce un tetto di produzione industriale a spazi finemente modellati
Nella pratica, concentrarsi sull'esperienza si traduce, di solito, in pura e semplice irregolarità. È stata un'importante scoperta del pittoresco: edifici simili a collisioni di volumi irregolari producono una visione varia e piacevole. Il principio è non consentire una lettura in chiave Gestalt di una forma forte, che intralcerebbe un dispiegarsi non predeterminato dell'esperienza. Herzog & de Meuron, invece, fanno affidamento su una strategia più rischiosa: il progetto ha bisogno di un'iniziale lettura in chiave Gestalt — l'estrusione iconica collocata nel paesaggio — allo scopo di sovvertirla, creando un senso di sorpresa alla scoperta di un'architettura che non è riducibile a una semplice figura. È insieme una forma forte e un'esperienza che non possono essere ridotte solo a questi termini. Questa sorpresa, di certo, si ha visitando il museo. Ma è doppia quando nasce dalle pagine di una rivista e dai disegni — ed è qui che il Parrish Art Museum colpisce veramente nel segno. Matthew Allen. Architetto e scrittore