In questi ultimi anni, in Spagna, si sta riaffermando l'interessante fenomeno dei colectivos de arquitectura, in risposta al cambio delle condizioni che affliggono la professione. Come conseguenza, sono riemersi alcuni dei concetti chiave che contraddistinguono questi giovani gruppi di creativi, che basano il loro lavoro sulla collaborazione, la pluralità e la proposta d'idee innovative attraverso il dibattito e il confronto. La Spagna, e in particolar modo Madrid, vive ormai da qualche anno una situazione d'incertezza, nella quale però trovano spazio iniziative altamente innovative come quelle presentate da Estudio SIC, un collettivo di ricerca e architettura fondato nel 2004 da Esaú Acosta Pérez, Mauro Gil-Fournier Esquerra e Miguel Jaenicke Fontao. Nonostante la loro sede operativa si trovi a Madrid, da sempre promuovono iniziative impostate sulla permeabilità e sulla delocalizzazione dello spazio di lavoro. Questi concetti prendono forma attraverso una serie di progetti realizzati in numerose città spagnole ed europee, che hanno come risultato la costruzione di una rete di spazi di lavoro e collaborazioni estremamente flessibile. Tre anni dopo la nascita di SIC, compare in parallelo VIC. Il Vivero de Iniciativas Ciudadanas è un modello innovativo di partecipazione urbana al processo di valorizzazione e progettazione della città e dello spazio pubblico, che incarna la volontà di rinnovamento dello studio spagnolo.
Parliamo di Estudio SIC e della piattaforma di condivisione VIC. Di che cosa si tratta e che legame esiste tra loro?
Estudio SIC è un ufficio di architettura che elabora i suoi progetti prestando particolare attenzione alla realizzazione dello spazio pubblico. Questo modo di agire invade molteplici ambiti: domestico, urbano, del paesaggio e del territorio. La dimensione collettiva plasma l'architettura che proponiamo e poi costruiamo. È struttura pura. VIC, il Vivero de Iniciativas Ciudadanas è una piattaforma aperta basata sulla partecipazione, che raccoglie esperienze innovative di collaborazione urbana. Queste nuove forme d'interazione possiedono le caratteristiche di trasformare e dissolvere i limiti dello spazio pubblico così come lo intendiamo, rendendolo flessibile e adattabile. Il Vivero è un DO-Tank, che osserva, traccia e produce una serie di connessioni critiche tra le pratiche emergenti e informali che caratterizzano l'architettura e la città. Il team di Estudio SIC lavora in uno spazio diafano all'ultimo piano di un edificio adiacente al Mercado de Antón Martín, che prende il nome dal quartiere popolare in cui è situato. Mercado Abierto, è un progetto che prevede la ristrutturazione dello storico edificio del mercato di quartiere attraverso un processo di partecipazione e condivisione che coinvolge clienti pubblici e privati, insieme con i proprietari dei singoli spazi di vendita.
Studio Visit 04: Estudio SIC
I progetti di Esaú Acosta Pérez, Mauro Gil-Fournier Esquerra e Miguel Jaenicke Fontao sono impostati su un modello innovativo di partecipazione urbana, per proporre iniziative in sintonia con i bisogni reali dei cittadini.
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- Gianpiero Venturini
- 23 gennaio 2013
- Madrid
Vorrei mi raccontaste della vostra iniziativa Mercado abierto, facendo riferimento al "processo", uno dei temi centrali del vostro approccio al progetto.
Nelle dinamiche tradizionali di progetto come risposta a una necessità (rapporto pubblico/privato), s'inseriscono alcuni fenomeni emergenti che riportano alla luce modelli in disuso e presuppongono un miglioramento della gestione dello spazio e delle sue condizioni. Mercado Abierto è un processo di rafforzamento delle comunità che ruotano intorno ai mercati tradizionali e che sono in grado di provvedere a una serie di servizi per il quartiere e la collettività. Questi mercati, situati in punti nevralgici della città, costituiscono un'autentica "rete sociale" che educa, unisce e alimenta i cittadini. Il lavoro comincia dalla base, con le comunità di commercianti, i clienti, con i rappresentanti delle attività situate nelle vicinanze e con le amministrazioni. Questo processo si trasforma in un incontro di partecipazione collettiva, dove si esprimono i bisogni dei cittadini, identificando le possibilità esistenti, con l'obiettivo di porre le basi per la realizzazione di soluzioni partecipative.
Estudio SIC è spesso chiamato a presentare le proprie iniziative presso centri culturali, gallerie o spazi espositivi che promuovono la collaborazione con professionisti che provengono da diversi settori. Lo spazio Matadero-Intermediae, La Casa Encendida, il Mercado de Antón Martín, il COAM (sede dell'Ordine degli architetti di Madrid), sono solo alcuni dei luoghi dove, negli ultimi mesi, hanno collaborato a processi di partecipazione e dibattito, per promuovere nuovi modelli di visione e pianificazione della città e dello spazio pubblico.
Questi progetti propongono una metodologia middle-out. Non è né top-down, né bottom-up. Rispetto alla completa libertà di azione di cui godono alcuni progetti, da una parte, e l'estremizzazione del concetto di democrazia top-down dall'altra, il middle-out propone un approccio differente, dove la proposta dei cittadini e la mediazione con le amministrazioni convivono simultaneamente, alla ricerca di un nuovo modello di governance sostenibile. Greenvia, per esempio, è uno spazio che visualizza agenti, risorse e modelli di amministrazione dell'ambiente urbano. Mach Mann Heim propone un cambio da un modello di partecipazione tradizionale, a uno che permette ai cittadini di essere protagonisti durante tutto il processo decisionale. Queste metodologie sono più complesse delle tradizionali ma, a lungo andare, offrono un risultato più responsabile. Attraverso qualcosa che definiamo come "responsabilità reciproca", si rafforza il sentimento di appartenenza al luogo, al processo e all'obiettivo.
Come vi posizionate in questo nuovo scenario economico/culturale, che prevede un cambio di paradigma rispetto a un approccio più tradizionale di pensare e proporre architettura?
Il cambiamento, nell'architettura e nella città, è garantito dalle iniziative pubbliche. VIC è un esempio di tutto questo. In questo senso, l'esperienza ci insegna che oggi non possiamo permetterci d'immaginare scenari utopici. Al contrario, è nostro dovere soddisfare e prenderci cura di questi processi collettivi in grado di proporre un'architettura più rispettosa nei confronti della città. È quello che fanno SIC e VIC: imparano l'uno dall'altro, introducendo nuovi valori per proporre progetti in sintonia con i bisogni reali dei cittadini.