Museo del Vino

Attraverso l'utilizzo di blocchi monolitici di pietra e materiali locali, l'architetto francese Gilles Perraudin ha da poco completato un museo del vino, che può essere definito come un manifesto di avanguardia vernacolare.

Patrimonio è un villaggio di un migliaio di abitanti nel Nord della Corsica, e si trova al centro della regione di provenienza dei più pregiati vini dell'isola. Anni fa, la municipalità decise di iniziare un programma per la realizzazione di un Museo del Vino. Il progetto venne affidato nel 2009 a Gilles Perraudin, già autore di notevoli cantine nel Sud della Francia. A Patrimonio, Perraudin riprende la tecnica di realizzazione di murature in blocchi monolitici in pietra introdotta nella cantina di Vauvert nel 1998. Tuttavia, a differenza di realizzazioni precedenti, la particolare topografia, le peculiari condizioni climatiche e la relativa complessità del programma hanno spinto il progettista a sviluppare l'impianto secondo un'articolata composizione di volumi edificati e spazi aperti, che conferisce al complesso le caratteristiche di una vera e propria 'cittadella'.

Il progetto in sé è un manifesto di pura "avanguardia vernacolare": materiali lapidei, un'architettura low-tech e realizzata, per quanto possibile, con materiali locali (come la pietra calcarea di Bonifacio e il pino corso Larricciu), che non solo riprende tecnologie e sintassi compositive essenziali e tradizionali, ma che – come un tempio antico – sembra essere stata appena liberata dalla polvere che per secoli la teneva nascosta. Ma al di là dell'architettura, vanno considerati altri aspetti di natura strategica. Il programma di realizzazione di una sorta di città del vino, della musica e dell'ampelografia (la scienza che studia e classifica le varietà dei vitigni), in un piccolo centro come Patrimonio, è senza dubbio ambizioso. Tuttavia, in una situazione in cui il turismo litoraneo ha finito per polarizzare ogni attività, indebolendo tutte le altre, rappresenta una sfida importante, oltre che doverosa, in un'ottica di riequilibrio economico e territoriale. E, come prevedibile, il cammino di realizzazione non è stato facile.
Museo del Vino a Patrimonio, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Dopo avere ottenuto i finanziamenti necessari, importanti imprevisti hanno comportato ritardi e gravato sui costi. Tra questi, soprattutto la chiusura, a metà dei lavori, della cava di Bonifacio, nel Sud della Corsica, da cui proveniva la pietra calcarea variegata prevista dal progetto: inconveniente che ha reso necessaria la ricerca di una pietra simile, recuperata infine soltanto in Provenza.

Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Allo stato attuale, l'apertura del complesso, ormai completato — ma la cui gestione si prospetta organizzativamente ed economicamente impegnativa — tende a ritardare. Riuscirà il Museo del Vino di Patrimonio, dopo aver superato tutti gli ostacoli, a innescare una sorta di "effetto Bilbao", come probabilmente era nelle intenzioni iniziali? Questa è la domanda che molti si pongono, anche se la risposta non può che essere affermativa. La sua architettura riprende, portandoli a perfezione, i caratteri distintivi delle ultime, geniali, opere di Perraudin. È maestosa, propone criteri unici di essenzialità e coerenza compositiva e – cosa forse più importante – si allontana decisamente dalla spettacolarità assurda e spesso gratuita che contraddistingue molte opere recenti, rintracciando invece — attraverso una riduzione di matrice arcaica a componenti e principi di base — una profonda identità con il luogo, confermandone i tratti essenziali e rivelandone lo spirito intensamente mediterraneo. Ora, in una situazione di incompleta completezza, quest'opera ricorda un edificio ereditato da un passato lontano e misterioso, che attende di essere animato da nuove attività. Come noto, mentre le funzioni cambiano nel tempo, forme e strutture persistono, e questo è un fattore di considerevole forza che darà al Museo del Vino l'impulso per funzionare come un formidabile catalizzatore regionale e turistico.
Riuscirà il Museo del Vino di Patrimonio, dopo aver superato tutti gli ostacoli, a innescare una sorta di "effetto Bilbao", come probabilmente era nelle intenzioni iniziali?
Museo del Vino a Patrimonio, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'esterno, Gilles Perraudin. Photo © Carlo Ezechieli
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'esterno, Gilles Perraudin. Photo © Carlo Ezechieli
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly
Museo del Vino a Patrimonio, vista dall'interno, Gilles Perraudin. Photo © Serge Demailly

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