"L'hortus conclusus riassume in sé un magnifico insieme di aspetti diversi. Si sforza di comprendere il paesaggio che nega, spiega il mondo che esclude, accoglie la natura che teme e somma tutto questo in una composizione architettonica". Rob Aben, Saskia de Wit, The Enclosed Garden, 1999
Nel 2011, alla Khoj Marathon di Nuova Delhi, Hans-Ulrich Obrist intervistò Bijoy Jain, l'unico architetto invitato alla manifestazione. In una narrazione quasi cinematica, Jain descrisse l'esperienza di recarsi, nel mezzo di una sferzante pioggia monsonica, dal suo studio alla casa di un collaboratore, un carpentiere, dopo aver appreso la notizia della sua morte. Raccontò dell'apprensione sorta nell'affrontare il tipico paesaggio rurale e dell'impatto dei fenomeni naturali sui concetti di spazio delimitato e di spazio aperto, sia in campagna sia in città. Nel processo di costruzione di una casa di campagna, commissionata da clienti di Mumbai, quest'inquietudine assume un ulteriore livello di complessità.
Jain illustra l'incerto rapporto col paesaggio di un tipico abitante urbano che attraversa il porto e s'inoltra in campagna, il suo esitante approccio con la natura e l'analfabetismo che si manifesta nella relazione tra corpo e terra. Situato da 17 anni nella periferia che si apre oltre il porto della città-isola di Mumbai, Studio Mumbai si è evoluto, diventando un esempio particolare di esercizio dell'architettura, soprattutto nel momento in cui s'appresta ad ampliare la sua attività con una sede in centro. Nel contesto di questa prassi 'iterativa', per quanto direttore di un atelier multidisciplinare, Bijoy Jain è solo un tassello di un gruppo di figure professionali: con un'esile differenza, durante il lavoro, tra l'architetto indiano e i muratori, i carpentieri, gli ingegneri e i progettisti che collaborano alla realizzazione dei suoi edifici. L'insieme funziona come un'"infrastruttura umana", che progetta e costruisce direttamente, con una mediazione minima nel genere oggi consolidato del rapporto tra architetto e imprenditore edile.
Parlando della sua architettura, Jain fa spesso riferimento all'idea di tempo. Racconta di usare il tempo come misura.
Design Team: Jeevaram Suthar, Punamchand Suthar, Pandurang Malekar
Structural Engineering: Dwijen Bhatt
Copper Cladding: Jean-Marc Moreno
Colour: Muirne Kate Dineen