L'isola di São Miguel si trova nell'arcipelago delle Azzorre, nell'Atlantico settentrionale. A São Miguel l'intenso processo di industrializzazione, a cui tradizionalmente si associa l'idea di modernità, non si è verificato. In quest'isola, invece, la modernità ha avuto una travolgente esplosione nel settore primario.
Nella seconda metà dell'Ottocento, un'aristocrazia di proprietari terrieri avviò un processo di trasformazione del territorio isolano in modo da renderlo più moderno. Il paesaggio, che ne risultò, cercava di conciliare le esigenze produttive con un'intenzione progettuale che mirava a fare dell'isola un "ininterrotto giardino".
Sotto l'egida bibliografica di John Claudius Loudon, la costruzione del paesaggio - progettato per essere funzionale ma anche spettacolare - fu portata a termine solo alla metà del Ventesimo secolo. Oggi, il paesaggio è il patrimonio più importante dell'isola e ne costituisce la principale attrazione turistica.
Progettare su questo territorio è perciò un grande privilegio e una grande responsabilità. In questo luogo, l'obiettivo principale dell'architettura deve consistere nel riconoscimento dell'opera paesaggistica e, dove possibile, nel suo svelamento.
Le case
Queste case sono soprattutto il risultato dello sforzo di leggere il contesto paesaggistico. Come parte di un ambiente urbano, la casa di Fajã de Cima è un progetto di ristrutturazione che non cerca rotture con il contesto. Usa lo stesso linguaggio dell'architettura tradizionale ai margini delle città, in grado di aggiornarsi secondo l'esigenza annettendo delle nuove costruzioni. Inoltre, l'equilibrio tra agglomerati urbani e campagna, che qui vale ancora, deve affrontare la sfida della crescente espansione urbana.
Il recupero del patrimonio abitativo esistente non è solo una scelta di spirito civico esemplare, ma anche un atteggiamento di sensibilità ambientale che tutela il paesaggio. Le altre due case sono parte del processo di urbanizzazione. In un'area di forte pressione urbanistica, la casa di Pópulo Pequeno si propone come fosse un evento topografico: un prolungamento della vegetazione e delle dune della spiaggia. La casa di Caloura si estende orizzontalmente sul pendio, incidendovi un accesso diagonale allo stesso modo degli altri percorsi che segnano questa collina.
La casa di Fajã de Cima
Considerando il carattere tradizionale della costruzione preesistente (muri di pietra e tetto a spioventi) la priorità fu subito quella del suo recupero. L'edificio originale, quindi, è stato conservato per la maggior parte, aggiungendo soltanto un nuovo volume all'estremità occidentale, allineato al piano superiore. Il nuovo intervento, che comprende una stanza con bagno, entrambi affacciati sul cortile, è collegato alla casa da una galleria che corre dietro il camino della fornace. Costruito in pietra e sormontato dalla tradizionale copertura inclinata, il camino è ora il centro della casa, a cui conferisce una struttura centripeta. Le aperture nelle pareti e nel tetto riprendono l'equilibrio tra l'abbondanza di luce naturale, l'espansione dello spazio interno verso l'esterno e il carattere raccolto degli interni, tipici dell'architettura vernacolare.
La casa di Pópulo Pequeno
La prima opzione progettuale consisteva nello sperimentare una soluzione sviluppata su un unico livello. Di fronte all'incerto futuro dell'area circostante, probabilmente destinata a una densificazione, questa scelta non si prestava a diventarne ostaggio, implicando la creazione di un proprio spazio circostante indipendente. La proposta abitativa si inserisce con discrezione nel rapporto topografico tra lotto e spiaggia, riprendendolo nella copertura.
Rinunciando a un rapporto permanente con l'orizzonte, viene sottolineata l'importanza dei confini del lotto e del suo spazio interno. La seconda proposta prevedeva di addossare la casa a uno dei confini del lotto, liberando di fronte a essa quanto più spazio possibile. La terza opzione progettuale consisteva nell'orientare la casa a sud, cioè verso la riva del mare, sfruttando al massimo l'illuminazione passiva e il controllo della temperatura. Perciò la casa è collocata nella parte posteriore del lotto, contro il confine settentrionale.
Da est a ovest lo spiovente del tetto parte dalla quota minima del garage, si innalza di fronte al soggiorno e torna ad abbassarsi all'estremità opposta, creando un arco che amplifica la topografia della "duna" su cui la casa è collocata. Dalla spiaggia se ne percepisce la continuità volumetrica, segnata solo dalla presenza del volume dello studio.
La casa di Caloura
Il brief parla di una casa destinata a residenza permanente, con tre camere da letto e ambienti di soggiorno che sfruttano la vista, data la posizione sul versante della collina, e con le aree di servizio in secondo piano. In contrasto con la tendenza a collocare la casa al livello più alto in modo da poter dominare un campo visivo più vasto, decidemmo di insediarla a metà versante.
Da un lato, a una quota inferiore, la casa si inserisce meglio nel paesaggio e quindi, avvicinandosi al fondovalle, si immerge nella topografia circostante. D'altra parte, a quella quota c'è una piccola piattaforma sostenuta da muretti di pietra, probabilmente una piazzola destinata alla trebbiatura, segnata da un pino solitario. L'accesso per le automobili è ottenuto collegando l'attuale ingresso al lotto a questa piattaforma. La piazzola fa da cortile di accoglienza e da parcheggio. La casa è organizzata su un unico livello e sorge su una basamento che prolunga verso est la piazzola preesistente.
Pedro Maurício Borges
