L'occasione ufficiale è il cinquantesimo della inaugurazione: nell'ottobre del 1957 il committente, l'editore Aldo Garzanti, apre ufficialmente la sede della Fondazione filantropica da lui voluta, per ospitare intellettuali, giovani e anziani, bisognosi di aiuto. Il convegno è servito a fare il punto su un lavoro di analisi (documentaria e materiale) del complesso di Forlì che, dal 2005, fa parte di un programma di interventi per la valorizzazione di edifici contemporanei, voluto dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell'Emilia Romagna in accordo con il Ministero. Il lavoro in corso, coordinato dall'architetto Paola Mazzitelli, ha come scopo la conoscenza approfondita del manufatto, per giungere alla definizione di un progetto di restauro: sono state svolte indagini fisico-chimiche sui materiali (è stata avviata la sperimentazione di materiali compatibili con l'azienda Tassullo), un rilievo approfondito, in costante confronto con le analisi documentarie, per le quali è stato stipulato un accordo con la Facoltà di Architettura Aldo Rossi di Cesena. Una battuta d'arresto del progetto si è verificata dato il precario stato di conservazione dei disegni originali di Ponti, collocati presso il Centro Studi e Archivi della Comunicazione dell'Università di Parma. Il restauro dei disegni è ancora in corso ma, nel frattempo, è stata organizzata una mostra con il materiale documentario disponibile: una sorta di anteprima di quello che sarà il risultato complessivo delle ricerche (che sarà in seguito oggetto di altre iniziative).
La mostra da poco conclusa presso il Palazzo del Monte di Pietà di Forlì, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, che ha sostenuto anche il restauro dei 220 disegni, è stata concepita con un obiettivo didattico, con lo scopo di riavvicinare la città all'opera di Gio Ponti, dell'illuminato committente Aldo Garzanti e di un episodio importante della vita culturale forlivense. In apertura campeggia un grande ritratto dell'architetto, una voce declama la sua poetica, alcune riviste dell'epoca mostrano la pubblicazione dell'Hotel de la Ville. Nelle sale successive sono esposti disegni inediti, fotografie, che documentano il lavoro di restauro del fondo dei disegni: il primo fatto su materiale di un architetto del Novecento. Spicca un taccuino di Ponti con schizzi e appunti, studi progettuali presentati a Garzanti durante la fase di ideazione. Nella terza sala sono esposte alcune foto dell'edificio messe in relazione con frasi tratte dagli scritti del maestro. Le video interviste a personaggi locali (il titolare dell'impresa che realizzò l'opera, l'attuale presidente della Fondazione Garzanti) ribadiscono la volontà di coinvolgere in questa operazione culturale la cittadinanza. Un lavoro divulgativo sicuramente importante in un Paese dove la scarsa conoscenza – spesso dovuta alla scarsa informazione - dell'architettura moderna e contemporanea provoca preconcette quanto immotivate ostilità verso l'architettura recente. S.M.