Leggi l’articolo completo su Domus 1024, maggio 2018.
Paola Nicolin Che cosa pensi di questa trasformazione?
Justin Davidson Hudson Yards è nata come operazione “diversa”, carica di ottimismo e possibilità alternative ai consolidati modelli estetici di sviluppo edilizio. Mi ricordo per esempio che David Childs di Skidomore Owings&Merril, autore della torre del civico 35 del quartiere, aveva presentato un modello di grattacielo dal rivestimento opaco, dunque non di vetro, con una serie di varianti. È solo un esempio, ma è per farti capire che HY nasce sulla scia delle trasformazioni urbane e sociali di West Chelsea che da quartiere mercantile, composto da deposito merci, attracchi portuali e macelli, si è fatto antologia della architettura del XXI secolo e dell’uso creativo di vecchi edifici. In questo senso c’è stata certamente una sorta di sindrome di ritorno al mainstream, corroborata dal fatto che siamo di fronte a un investimento economico senza precedenti. E quando si passa dalla scala di una istituzione a quella di un grattacielo la logica è necessariamente diversa. L’edificio residenziale di Zaha Hadid per esempio ha una scala diversa. Quando questa diventa imponente è più una questione di scambio. Ogni dollaro che spendi è un dollaro che devi recuperare. Lo square footage è una valuta.
PN Perché?
JD Nell’istante in cui metti qualcosa di inaspettato, non verticale, che richiede un costo in più, non è gestibile. Gli architetti ne sono coscienti, ma è come se non avessero gli arnesi per sviluppare una alternativa. E lo spazio è come il cibo: non puoi buttarlo via. Di fatto è una questione di scala. È possibile creare una città diversa in questa scala? Questo credo sia un interrogativo che da Hudson Yards possa partire guardando avanti e indietro.
PN Torniamo un attimo indietro allora. Nel 2008 Apple apre un megastore e Google insedia il suo quartier generale poco lontano. Poi il fenomeno High Line accelera tutto questo. Sento spesso ripetere che la High Line è forse l’espressione più completa della visione della gestione Bloomberg, vale a dire la possibilità di convivenza tra spazio pubblico e sviluppo urbano, è così? Hudson Yards ne è il compimento finale?
JD La High Line nasce di fatto per iniziativa di una fondazione voluta da Joshua David e Robert Hammond, che portano sul tavolo del sindaco di New York il meglio della architettura del paesaggio – il progetto è disegnato da Piet Oudolf, Field Operation e Diller Scofidio + Renfro – capace di conciliare queste due anime dello sviluppo urbano.
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