Diverse agenzie spaziali concordano con l'individuare la più vicina data per lo sbarco su Marte, finalizzato a una colonizzazione del pianeta, nel 2030. Molte tra le aziende e i progettisti più attenti al concetto di “smart city” a livello internazionale hanno assunto proprio quello storico orizzonte come un motore per sviluppare con forza le proprie soluzioni più avanzate, che naturalmente hanno e avranno innanzitutto sulla Terra una ricaduta più immediata e virtuosa. Appare dunque particolarmente curioso poter definire quella prossima datazione come la ricorrenza di un secolo esatto dalla prima visionaria intuizione di “smart architecture” (anche se come noto nel 1930 l'uso degli inglesismi era molto meno diffuso).
L’energia del secolo
Ispirata da Gio Ponti, la “Casa Elettrica” fu concepita nel 1930 come una sorta di “città condensata”, proiettata nel futuro. A questa vicenda, s’ispira oggi Edison nel debuttare alla 16. Mostra Internazionale di Architettura.
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- 10 maggio 2018
Stiamo naturalmente parlando della “Casa Elettrica”, costruita per la “IV Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne” che si tenne a Monza dal maggio al novembre del 1930. Ispirata da Gio Ponti, fresco fondatore di Domus, e patrocinata dalla Società Generale Italiana Edison di Elettricità, la “Casa Elettrica” viene storicamente attribuita sul piano progettuale al Gruppo 7, anche se nella realtà era il frutto soltanto di alcuni dei suoi componenti.
Luigi Figini e Gino Pollini erano i progettisti della casa e dell’arredo della camera del figlio, Guido Frette ed Adalberto Libera disegnarono i mobili del soggiorno, della sala da pranzo e della camera matrimoniale, Piero Bottoni – unico esterno al Gruppo 7 – immaginò invece la stanza da bagno, la cucina-acquaio e la stanza di servizio.
Una molteplicità di “mani progettuali” davvero anticipatrice dei tempi e che permette ancor di più di considerare la casa come una sorta di “città condensata”, proiettata nel futuro. Definitivamente, il progetto ridefinisce la forma come energia: le pareti così tendono a scomparire, aprendosi da pavimento al soffitto sul paesaggio, mentre le finestre si evolvono in quadri luminosi orizzontali e mutevoli. A quella vicenda, essenziale anche nella pro- pria storia d'impresa, si ispira oggi Edison nel debuttare alla Biennale di Venezia in occasione della 16. Mostra Internazionale di Architettura.
Una collaborazione articolata e di vasto respiro che prevede che le strutture a maggior intensità energetica e impatto della Mostra siano sottoposte a uno “smart audit” in grado di gestire al meglio, grazie all’IoT, le risorse energetiche e di proporre interventi di ottimizzazione dei consumi. Come anche nell'installazione LightHenge, disegnata da SBA e recentemente realizzata da Edison a Milano per il Salone del Mobile, l'architettura e la città si trasformano in strumenti di visualizzazione delle energie, per coinvolgere gli spettatori in maniera poliedrica e sorprendente. E questa, è forse la cosa più ‘smart’ (o magari dovremmo dire, la più ‘elettrica’).
- Edison
- Foro Buonaparte 31, Milano
- www.edison.it