Leggi l’articolo completo sulla Innovation issue di Domus, in allegato con il numero di marzo 2018.
(...) Secondo Parag Khanna, ex enfant-prodige delle relazioni internazionali e autore di diversi volumi sull’argomento – ricordiamo Connectography: Mapping the Future of Global Civilization (Random House Publishing Group, 2016) –, sono due gli ambiti a cui rivolgere l’attenzione: geografia e connettività. Khanna distingue tre tipi di geografia – fisica, politica e funzionale – e afferma che la terza è la più importante oggi. È composta da linee che trascendono la classica cartina politica, tracciate spesso in contrasto con i vincoli naturali della geografia fisica. In quanto alla connettività, Khanna la divide in tre sistemi: scheletrico, vascolare, nervoso. Al sistema scheletrico appartengono autostrade, ponti, tunnel, aeroporti, porti e ferrovie; al sistema vascolare, le pipeline di gas e petrolio, le raffinerie, le reti elettriche e le centrali elettriche; al sistema nervoso, i cavi internet sottomarini, i satelliti e i data center.
Per capire dove sta andando il mondo, sostiene, bisogna dimenticare le cartine fisica e politica e rivolgersi esclusivamente alla geografia funzionale. Bisogna guardare dove si stanno costruendo – fisicamente – le nuove linee che determineranno i futuri equilibri geopolitici. Per Khanna, innovazione dal punto di vista geopolitico coincide con infrastrutture e in tale contesto una strada che unisce due megalopoli in Cina è assimilabile al più rivoluzionario gasdotto esistente. È l’outcome che conta dal punto di vista geopolitico, non la magnitudine dell’intervento. Sostiene che, nonostante qualunque nuova connessione sia fonte di complessità, per valutarne gli effetti pratici è sufficiente osservarne il rendimento. Tutt’altra cosa è l’impatto geopolitico, il quale è sempre piuttosto imprevedibile. In ogni caso, è evidente che connettività sia oggi uno degli strumenti principali della grand strategy geopolitica. (...)