Gli ambienti domestici e lavorativi, all’apparenza luoghi al riparo dalle conseguenze dell’inquinamento atmosferico, possono presentare una qualità dell’aria che arriva a essere cinque volte inferiore rispetto a quella degli esterni. Al particolato si aggiungono polvere, batteri, funghi, peli di animali domestici, l’utilizzo di prodotti chimici per la pulizia. Questa forma di inquinamento, spiega l’Oms, ha effetti sul sistema respiratorio e può provocare patologie tra cui allergie e asma, ma anche disturbi più importanti sul sistema immunitario. In questo scenario, un tema talvolta sottostimato è quello dei materiali impiegati per la costruzione: c’è un margine di manovra piuttosto ampio per migliorare la qualità di ambienti chiusi ed evitare disagi per la salute. “Pensiamo per esempio alle facciate, ai sistemi di coibentazione e ai sistemi fessurativi che poi portano alla migrazione di umidità, alla mancanza di isolamento che può portare muffe negli ambienti”, racconta Andris Pavan, Head of Marketing di Röfix, azienda specializzata nella produzione di materiali edilizi. “L’impiego di prodotti ecologici è fondamentale: con Röfix cerchiamo da sempre di proporre per gli ambienti interni prodotti che non solo abbiano determinate caratteristiche chimico fisiche ma che possano anche lavorare in maniera attiva alla sobrietà degli ambienti, assorbendo l’umidità in eccesso e con un PH alto che combatte la proliferazione di miceli e muffe. Stiamo cercando di garantire la qualità dei nostri prodotti attraverso la conformità di requisiti in relazione a standard internazionali, in termini di materie prime, emissioni e certificazioni”.
A proposito di qualità dell'aria indoor
Andris Pavan, Head of Marketing di Röfix, azienda con focus su prodotti edilizi, racconta come la qualità dei materiali possa contribuire ad ambienti salubri.
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- Alessandro Mitola
- 27 febbraio 2023
Poi c’è l’aspetto formativo e divulgativo, uno strumento utile per consentire alla filiera edile di specializzarsi e migliorare, lo scambio di sapere continuo è la chiave per evolvere. “È un tema molto attuale che di fatto rappresenta la nostra mission in termini più ampi: vogliamo migliorare il nostro approccio nei confronti dell’edilizia attraverso una consapevolezza che deve essere in primo luogo intrinseca. L’aspetto divulgativo è importante, per questo siamo dotati di una rete di consulenti tecnici che garantiscono perizie in cantiere rivolte alle analisi dei nodi costruttivi: i benefici si vedono sul lungo periodo”, prosegue Pavan, mettendo l’accento sugli effetti collaterali in relazione ai benefici fiscali promossi dal governo nell’ambito dell’efficientamento energetico domestico. “In termini di conoscenza il sistema di isolamento termico a cappotto è alla portata di tutti: l’approfondimento e la tecnologia che sta dietro a un sistema che va assemblato con criteri ben specifici meno. Laddove c’è formazione e supporto tecnico non ci sono state criticità, ma l’incremento enorme in termini assoluti di volumi ha portato improvvisazioni nella realizzazione di questa soluzione edilizia, con ripercussioni che vedremo negli anni a venire. Röfix da sempre è riconosciuta come azienda leader nei sistemi di isolamento ed efficientamento energetico, con particolare riguardo verso edifici che fanno parte del patrimonio storico italiano. L’energia migliore è quella risparmiata, per questo riteniamo fondamentale contribuire diffondendo cultura su questi temi”. E a proposito di cambiamenti, quali sono i più rilevanti a cui assisteremo nei prossimi anni in questa industria? “La sostenibilità è una questione che ci tocca per mille aspetti nella nostra quotidianità, ormai non è possibile pensare si tratti di una moda passeggera. Oggi dobbiamo pensare a quelli che saranno i nostri prodotti nel futuro in termini di consapevolezza verso le persone ma anche verso il pianeta: la valutazione del profilo tecnico e della performance fisica dovrà accompagnarsi sempre più alla riduzione dell’impatto”, conclude Pavan.