Una stazione della metropolitana che sia efficiente dal punto di vista delle risorse e che abbracci la causa climatica richiede un approccio olistico alla progettazione e alla costruzione responsabile. La nostra proposta architettonica a prova di futuro opera sulla base di tre scale di materiali, di un hub di mobilità e di una campagna climatica. Non vogliamo quindi concentrarci solo sulla riduzione delle emissioni di CO2 durante la costruzione, utilizzando biomateriali, ma collegare la metropolitana anche alla strategia di mobilità urbana complessiva, sensibilizzando le migliaia di passeggeri giornalieri alle risorse limitate del pianeta, al loro ruolo e all’opportunità di gestirle in modo responsabile.
La metropolitana si sviluppa in gran parte sottoterra, il che comporta un’enorme impronta di carbonio per lo scavo e per la rimozione di grandi quantità di terreno e di pesanti strutture in cemento e acciaio. In quest’ottica, l’impatto di CO2 dei 10 centimetri di rivestimento esterno è una goccia nell’oceano. Pertanto, piuttosto che compensare le stazioni con uno strato verde, proponiamo un’ottimizzazione coerente dei materiali, applicando la metodologia delle “3R”, che lavora sulla sostenibilità in base ai parametri: ridurre, riutilizzare, riciclare.
A Copenhagen la metro segue i binari delle 3 R
Ridurre, riutilizzare, riciclare. Nel progetto di JAJA Architects i tradizionali parametri estetici sono stati capovolti per consegnare ai cittadini un luogo responsabile, che avrà anche il compito di sensibilizzarli sulle tematiche legate al clima.
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- JAJA Architects
- 05 maggio 2023
Il parametro “Ridurre” riguarda soprattutto il volume e la massa dei materiali. Oggi il concetto di “materiale” nel design di una metropolitana è fortemente condizionato da un approccio estetico in base al quale tutte le strutture portanti e le installazioni tecniche devono essere nascoste dietro superfici pulite, ordinate e lisce. Ciò comporta però un consumo enorme di materiali superflui, che riteniamo vada necessariamente ripensato. Proponiamo invece di esporre il più possibile la struttura portante, evitando così inutili doppi strati. Si dovrebbe lavorare con stampi che lascino sulle superfici i segni delle imprecisioni. Nello stesso spirito, gli impianti tecnici devono essere visibili ed esposti come ornamento. Il secondo parametro prevede il “Riutilizzo” diretto dei materiali nella loro forma esistente. Una stazione della metropolitana è costituita da molto cemento, che crea alte emissioni di CO2. Se il concetto strutturale della stazione non prevede pareti portanti in cemento, queste potrebbero essere sostituite da pareti leggere realizzate con materiali che immagazzinano CO2. Materiali biocompositi come HempLime possono sostituire molte delle strutture murarie tradizionali, introducendo al contempo il riutilizzo diretto dei materiali nella costruzione delle metropolitane e una nuova concezione estetica.
Un’altra opzione potrebbe essere quella di rivestire i lati e la parte inferiore delle scale mobili con pannelli ricavati da travi trapezoidali a fine vita. La strategia prevede infine il “riciclo” di materiali ricavati dai rifiuti, come i fogli di plastica riciclata per la segnaletica e le panchine. Proponiamo anche piastrelle per pavimenti prodotte con Biomason, un biocemento creato con l’aiuto di microrganismi.
Solo quando sarà diventato più veloce, più semplice e più conveniente utilizzare il trasporto pubblico rispetto all’auto privata per l’intero tragitto, raggiungeremo il nostro obiettivo. La stazione della metropolitana deve quindi essere vista in una prospettiva più ampia, come hub di mobilità. Come versione contemporanea delle storiche cabine telefoniche di Copenhagen, i padiglioni M aiuteranno a risolvere il problema del “primo miglio/ultimo miglio”. I locali laterali della galleria della stazione sono ideali per ospitare alcuni servizi che richiedono spazio, come il parcheggio custodito e l’officina per biciclette, il servizio di bike sharing e monopattini, le cassette per il ritiro dei pacchi, la vendita di impermeabili per la pioggia tramite distributori automatici.
La stazione di Enghave Brygge avrà 29.000 passeggeri giornalieri, di cui 14.500 pendolari. La metropolitana e il suo potenziale in ambito climatico vanno quindi ben oltre il risparmio di CO2 ottenuto grazie all’attenzione all’utilizzo di materiali. Attraverso campagne e comunicazioni visive, la metropolitana può contribuire all’educazione pubblica e all’attenzione per il clima tra i passeggeri, che probabilmente saranno particolarmente ricettivi a questi messaggi. Ciò potrebbe avvenire attraverso iniziative quali: - M-Klimabiograf: una proiezione di testi sulla parete delle gallerie che, nei due minuti che intercorrono tra le partenze, si concentra sulla conoscenza, la coscienza e le opzioni di azione dei passeggeri in merito alla crisi climatica. Ad esempio, chiedendo «Quando hai consumato la tua parte di risorse del pianeta a tua disposizione per quest’anno?» oppure «Quanta CO2 hai risparmiato prendendo la metropolitana invece di viaggiare in auto?»...
- M-Klimabillboard: grandi cartelloni nella zona dell’atrio e lungo le scale mobili con informazioni sulla campagna climatica della metropolitana, oltre a pubblicità di prodotti e iniziative che rispettano il clima o altre importanti informazioni pubbliche, come le necessità emerse durante la pandemia.
- M-Klima-app: l’app consente di seguire i messaggi sul clima proiettati e presenti sui cartelloni con informazioni di base, giochi interattivi, calcoli individuali e sondaggi. Una campagna climatica di successo deve fornire informazioni di facile comprensione, ma allo stesso tempo abbastanza concrete da tradursi in azioni e cambiamenti delle proprie abitudini.
La proposta di JAJA Architects ha vinto il concorso di idee per le “future climate-friendly CPH metro stations” indetto da Metroselskabet