In seguito a un serio infortunio durante gli allenamenti di pallavolo, ogni mercoledì mattina, prima di andare a scuola, Cloe, sedicenne nata e cresciuta nella città di Birmingham, in Alabama, si reca in un centro medico-sportivo per sottoporsi a un’ora di fisioterapia. Il padre di Cloe lavora a tempo pieno in un ufficio di assicurazioni e, a causa della mancanza di mezzi di trasporto nel loro quartiere, da anni e con non poche difficoltà, deve conciliare i propri impegni con le attività di Cloe e del fratello John. Da sei mesi però qualcosa nella città e nelle loro vite è cambiato. A Birmingham è stato inserito un servizio di microtransit, grazie al quale, attraverso un’app o una telefonata, è possibile prenotare un tragitto personalizzato che permette di raggiungere una qualsiasi destinazione all’interno della città, al costo di 1.50 dollari.
Questo servizio di Mobility-as-a-Service (MaaS) permette a Cloe e a John di muoversi per la città, raggiungendo le loro attività in maniera efficiente e autonoma. Inoltre, il mezzo degli spostamenti è un van con una capienza massima di sei persone, il che offre da una parte un alto livello di sicurezza per gli utenti, e dall’altra un’occasione per intessere nuove relazioni sociali con le persone del quartiere che compiono un tragitto simile al proprio.
Questa iniziativa è stata promossa da Via, un’agenzia di TransiTech che ha l’obiettivo di trasformare i sistemi di trasporto e logistica in reti digitali altamente efficienti. Il nuovo servizio ha avuto effetti straordinari per i cittadini di Birmingham: l’accesso al lavoro e alla sanità è aumentato del 79%, i luoghi dell’istruzione sono diventati più accessibili dell’85%.
Prima di questa iniziativa, Birmingham era caratterizzata da uno scarso collegamento di trasporti pubblici, che precludeva l’accesso a 50 posti di lavoro in meno per coloro che non disponessero di una propria auto. Il tutto in un contesto economico altamente critico, e con una popolazione composta per il 17% da persone con disabilità fisiche o mentali a lungo termine.
Da quando, nel 2017, nella capitale finlandese di Helsinki è nata la prima iniziativa di MaaS, moltissimi contesti, diversi tra loro per posizione geografica e densità di popolazione, hanno potuto godere di ampi miglioramenti dal punto di vista dell’accessibilità ad attività e servizi. I servizi di MaaS possono articolarsi sulla base delle esigenze specifiche del territorio. Possono caratterizzarsi per l’inserimento di nuovi mezzi di trasporto come nel caso di Birmingham o, come a Helsinki, avere la funzione di router intelligente, capace di programmare un tragitto veloce e sostenibile grazie all’integrazione di diversi servizi di trasporto pubblici e privati già attivi sul territorio. I servizi di MaaS possono assolvere a varie funzioni, migliorando la qualità degli spostamenti sia all’interno delle città sia collegando le zone più periferiche e rurali con i centri urbani e i servizi utili. Questo non ha soltanto grandi benefici dal punto di vista sociale, ma permette anche di muoversi verso un futuro più sostenibile, rendendo il possesso dell’auto non più indispensabile, e nemmeno come l’opzione modale più comoda e veloce.
Proviamo allora a immaginare come saranno le città tra tre anni, nel 2025. Si prevede che circa il 60% della popolazione mondiale, 4,5 miliardi di persone, vivrà in città. Come dovrà essere organizzato lo spazio urbano? Evidentemente i sistemi di trasporto giocheranno un ruolo cruciale. Non ci sarà letteralmente spazio per l’auto privata di ogni cittadino, né tantomeno potrà essere il mezzo più utilizzato. Immaginando una diffusione su larga scala di interventi di Mobility-as-a-Service, diminuirebbero notevolmente le emissioni di CO2, potendo ottimizzare lo spostamento di più persone su uno stesso mezzo, magari alimentato a batteria e quindi a zero emissioni. Incentivando una mobilità sostenibile, molte persone inizierebbero inoltre a utilizzare servizi di bike sharing e micromobilità elettrica, ottenendo anche numerosi benefici dal punto di vista della salute fisica.
Anche la salute mentale ne beneficerebbe, in quanto numerosi studi scientifici dimostrano il peggioramento delle condizioni psichiche, soprattutto in termini di stress, in coloro che ogni giorno sono costretti a trascorrere molto tempo alla guida della propria auto. Considerando poi che mediamente le auto restano parcheggiate per il 95% del tempo, riducendo il numero dei veicoli privati, verrebbero restituiti alla comunità ampi spazi pubblici, oggi adibiti a parcheggi, ma che un domani potranno trasformarsi in aree verdi e pedonali. In ultimo, appoggiandosi a sistemi di MaaS, gli utenti avranno un ritorno anche in termini di qualità e quantità del tempo trascorso nei tragitti da una destinazione all’altra.
Cloe e John utilizzano ormai ogni giorno il servizio di Via per raggiungere le loro attività. Cloe finalmente può sentirsi autonoma e libera di muoversi serenamente nella propria città. John sta sconfiggendo la sua timidezza e ha fatto amicizia con un ragazzino che, come lui ogni giorno, prende il van per andare a scuola. Al padre dei due ragazzi è stato restituito del tempo prezioso, che ha deciso di investire nello sport in compagnia dei suoi amici d’infanzia; sta persino valutando di vendere l’auto, vista la convenienza economica nell’affidarsi alla rete di trasporto rafforzata da Via. Come questa famiglia, tante altre, a Birmingham e in tutte le regioni in cui sono stati inseriti interventi di MaaS, hanno ottenuto benefici in termini di qualità di vita.
In un futuro sostenibile, nel senso più olistico del termine, non sarà più l’uomo ad adattarsi alle disponibilità della macchina, ma viceversa.
Immagine di apertura: il servizio di Mobility-as-a-Service di Birmingham, in Alabama. Il van, con una capienza massima di sei persone, offre un alto livello di sicurezza per gli utenti e un’occasione per intessere nuove relazioni sociali con le persone del quartiere che compiono un tragitto simile al proprio.