Parigi, città delle luci e delle avanguardie artistiche, fu per Pablo Picasso non solo una nuova casa, ma anche una prigione dorata. Nato a Malaga nel 1881, l’artista spagnolo si stabilì nella capitale francese nel 1904, portando con sé un talento innato e una sete di sperimentazione che lo avrebbero reso uno dei più grandi rivoluzionari dell’arte del XX secolo.
Ma dietro la fama e il genio, si celava una profonda inquietudine: quella di un eterno straniero. Nonostante il successo e il riconoscimento internazionale, Picasso non ottenne mai la cittadinanza francese. Una condizione che lo segnò profondamente. Un’indagine inedita, grazie alla tenace ricerca di Annie Cohen-Solal, storica dell’arte e biografa di Jean Paul Sartre, sono emersi nuovi e sorprendenti dettagli sulla vita di Picasso. Documenti inediti, custoditi per decenni negli archivi della polizia francese, rivelano un lato oscuro e poco noto del genio spagnolo: quello di un uomo costantemente sotto sorveglianza, sospettato di essere un anarchico e trattato come un alieno.
“Picasso patì profondamente questa condizione di vulnerabilità”, spiega Cohen-Solal. “Ma fu proprio questa sua fragilità a renderlo un artista così potente e originale”.
La mostra “Picasso lo straniero” ci invita a scoprire un Picasso inedito, un uomo tormentato dalla sua condizione di esule, ma allo stesso tempo determinato a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte. Attraverso un percorso ricco di opere, documenti e fotografie, la mostra argomenta il mondo complesso e affascinante del genio spagnolo, scoprendo i suoi legami con le donne, le sue passioni e le sue inquietudini.
“Picasso è stato un rivoluzionario non solo nell’arte, ma anche nella vita”, afferma Cécile Debray, presidente del Museo Nazionale Picasso di Parigi. “La sua storia ci insegna che l’arte può essere un potente strumento di ribellione e di affermazione della propria identità”.
Maestro incontrastabile del Novecento, Picasso ha infranto ogni regola, ha sovvertito ogni canone, ha reinventato la stessa pittura. La sua opera, un’odissea senza fine, è stata un continuo divenire, un fluire incessante di forme e colori, di emozioni e passioni. Dal Periodo Blu, intriso di malinconia, al Cubismo, rivoluzionario e scomposto, Picasso ha sempre cercato di andare oltre, di spingere i limiti dell’espressione artistica, di offrire al mondo visioni inedite e provocatorie.
La mostra si sviluppa come una riflessione sulla contemporaneità, un omaggio a uno dei più grandi artisti di tutti i tempi, ma anche un’occasione per riflettere sulla condizione degli immigrati e sulla difficoltà di integrarsi in una società spesso ostile e diffidente.
“La mia adesione al Partito Comunista è il seguito logico di tutta la mia vita, di tutta la mia opera. [...] Sì, ho coscienza di avere sempre lottato con la mia pittura come un vero rivoluzionario. Ma oggi ho capito che questo non basta più; questi anni di oppressione terribile mi hanno dimostrato che dovevo combattere non solamente con la mia arte, ma con tutto me stesso.” Pablo Picasso
Picasso. Lo straniero. Dal 20 Settembre 2024 al 2 Febbraio 2025