Milano si prepara ad accogliere uno dei più grandi artisti di sempre. Dopo 40 anni dall’ultima esposizione, Edvard Munch torna a far palpitare il cuore di Palazzo Reale con una retrospettiva che promette di essere un evento imperdibile.
Curata dalla celebre esperta Patricia G. Berman, la mostra condurrà il pubblico in un viaggio affascinante attraverso l’intera produzione artistica del maestro norvegese. Dalle prime opere giovanili, cariche di promesse, fino alle ultime creazioni, segnate da una profonda riflessione sulla vita e sulla morte, il percorso espositivo offrirà un quadro completo di un genio indiscusso.
Ovviamente, non mancherà l’iconico “Urlo”, in una delle sue versioni litografiche più celebri. Ma l’esposizione andrà ben oltre questo capolavoro, svelando al pubblico un Munch più intimo e complesso. Ritratti inquietanti, paesaggi carichi di mistero e nature morte pulsanti di vita: un universo pittorico che ci invita a immergerci nelle profondità dell’animo umano.
Munch, però, non è solo il pittore del “grido”. La sua arte, ricca di sfumature e contraddizioni, ci parla anche di natura, di vita e di speranza. I paesaggi nordici, specchio dell’anima tormentata dell’artista, e i ritratti di donne enigmatiche e malinconiche rivelano una sensibilità acuta e profonda.
Il segno di Munch, in un’espansione incessante, cattura l’essenza stessa della realtà, non nella sua apparenza esteriore, ma nelle sue radici più profonde. Il “pitto-segno”, come lo definisce lo storico dell’arte Antonio Benemia, è un’indagine esistenziale che va oltre il visibile, per cogliere l’invisibile, l’irrazionale, il mistero che alberga in ognuno di noi. Una pittura audace e provocatoria, apparentemente disinvolta e segnata da un’evidente volontà di lasciare incompiuti alcuni passaggi. Pennellate, ampie e materiche che rivelano una ricerca di una nuova sintesi tra gesto artistico e materia pittorica, una sintesi che, pur affascinante, ha lasciato molti spettatori disorientati di fronte a una bellezza che non si conforma ai canoni tradizionali. La scelta di colori opachi e di una tecnica che lascia trasparire l’immediato gesto del pittore, sembra quasi voler mettere a nudo il processo creativo, invitando lo spettatore a partecipare attivamente alla costruzione del significato dell’opera.
Munch. Il grido interiore. Dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025, un’esposizione promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, in collaborazione con il Museo MUNCH di Oslo. Un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti dell’arte.