Il freespace nel padiglione della Russia equivale all’intero Paese “un enorme spazio vuoto, punteggiato da alcune grandi metropoli”, spiega il curatore Semyon Mikhajlovskij, rettore dell’Istituto di Arte Scultura e Architettura dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. “Il vero problema è come collegarlo”. Per questo, la sua risposta al tema della 16ma Biennale di Architettura, “Stazione Russia”, sono state le linee e le stazioni ferroviarie, analizzate tra passato, presente e futuro in cinque stanze “emozionali”.
Russia. In treno per 9.000 chilometri, tra passato, presente e futuro
Le infrastrutture e le stazioni ferroviarie sono al centro di “Stazione Russia”, il padiglione russo alla Biennale di Venezia 2018 curato da Semyon Mikhajlovskij.
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- Elena Sommariva
- 04 giugno 2018
- Venezia
“L’ultima stanza è la mia preferita”, racconta Mikhajlovskij “perché qui abbiamo una specie di elettrocardiogramma da Mosca a Vladivostock, 9.259 km in sette giorni”. Il film “7 giorni in 7 minuti” del giovane cineasta Daniil Zinchenko condensa in una manciata di minuti il paesaggio che si vede dal finestrino del treno. “È un video magico, magnetico, dove il paesaggio è fatto di elementi minimi”, prosegue il curatore. “Dà una scala umana alla mostra”. Il video racconta il viaggio di Zinchenko attraverso la Russia per andare a trovare il nonno. È una storia sentimentale, ma non unica. Basti pensare che anche Alexsander Solgenytsin, di ritorno dall’esilio americano, aveva scelto di viaggiare in treno da Vladivostock a Mosca, un viaggio fortemente simbolico. Superando taighe, steppe e tundre, con 157 fermate, la Transiberiana, la ferrovia più lunga del pianeta, attraversa 7 fusi orari, 12 regioni, 86 città e 16 fiumi, ed è sempre stata la spina dorsale della Russia, l’elemento che unisce i centri abitati e che tutt’oggi distribuisce il 30% delle esportazioni del Paese. Per i russi, però oltre che un servizio essenziale resta il viaggio da provare almeno una volta nella vita.
In un’altra stanza, le pareti sono ricoperte da locker e vecchie valigie dimenticate: è il deposito bagagli e anche la stanza della memoria. Alcuni armadietti si aprono sui pensieri di scrittori, politici, filosofi. C’è perfino Le Corbusier che, osservando Siena dal finestrino del treno l’aveva paragonata al Palazzo dei Soviet. Altri restano chiusi. “Chiederemo ai visitatori di allungare la lista, di suggerire i nomi dei personaggi che mancano. E li aggiungeremo, aprendo altri locker”, prosegue il curatore.
I binari del treno in metallo sono usati per appendere le fotografie storiche di stazioni e passeggieri nella sezione intitolata “Deposito di architettura”, mentre nella “Sala d’aspetto del futuro” troviamo le visioni per lo sviluppo della Piazza delle Tre Stazioni di Mosca firmate da due giovani studi, Gorozhane/Citizenstudio e Studio 911. La prima sala è invece dedicata alla geografia: qui un filmato di Arden Vald racconta le dimensioni del Paese, le città e “l’apparato circolatorio” delle strade ferrate. “La Russia è un Paese molto esteso e il modo migliore per esplorarla è il treno”, conclude Mikhajlovskij. Il più romantico, ma anche il più affidabile. “In Russia non tutto funziona, ma i treni sono sempre puntuali”.
- Stazione Russia. 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia
- Padiglione della Russia ai Giardini
- Semyon Mikhajlovkij
- 26 maggio – 25 novembre 2018