All’interno del Padiglione Italia si sovrappongono percorsi diversi, la metafora dell’arcipelago, da sola non basta per tenerli tutti assieme. Sarebbe bastato fare semplicemente quello che l’architetto Mario Cucinella aveva annunciato e in parte poi ha fatto, riflettere sulle aree interne, senza dare risposte progettuali affrettate e costruite ad hoc per dimostrare che l’architetto, attraverso il progetto, accreditato dalla ricerca dell’università, possa fornire tutte le risposte. Sarebbe bastato avere fiducia nell’ottima intuizione del progettista prestato alla curatela. Fare un viaggio per guardare e capire un’Italia dimenticata e abbandonata alla sua natura e ai suoi abitanti, con architetture capaci di resistere con la loro semplicità alle forze politiche che, in questo momento, non credono nell’architettura.
Intuizioni e conflitti. Il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia
Mario Cucinella ci guida tra architetture capaci di resistere alle forze politiche. L’anima del progettista prende però il sopravvento su quella del curatore.
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- Luca Galofaro
- 31 maggio 2018
- Venezia
Cucinella questo viaggio l’ha fatto, ci ha guidato tra itinerari inediti e coinvolgenti, attraverso un allestimento chiaro e comunicativo. Ci ha mostrato luoghi che abbiamo dimenticato e che potrebbero essere il centro della riflessione sulla condizione del nostro paese. In questi otto itinerari, progetti di architettura contemporanea, borghi storici, cammini, paesaggi e parchi naturali mettono in scena la geografia di un’Italia bellissima. Questa camminata è arricchita da progetti selezionati attraverso una call lanciata nel giugno del 2017 (un’idea bella e democratica) che si proponeva l’obbiettivo d’individuare esempi concreti di progetti realizzati o in corso, capaci di sottolineare il ruolo che l’architettura contemporanea può svolgere all’interno d’insediamenti distanti dai grandi centri spesso percepiti come luoghi di passaggio marginale, ma in grado di riacquistare centralità nel dialogo tra nuove esigenze, stratificazione storica e paesaggio. Tra le 500 segnalazioni, il team curatoriale ne seleziona circa 70 e le mette in dialogo con gli itinerari. A chiusura del percorso – o meglio prima d’intraprendere questo viaggio in Italia – il documentario L’altro spazio racconta questo viaggio attraverso i territori interni alla ricerca delle radici del nostro sapere materiale e immateriale stratificato lungo la storia e la geografia della nostra penisola.
Ecco se tutto si fosse fermato a queste intuizioni, gli equilibri tra progetto, ricerca e memoria sarebbero stati rispettati. Cucinella avrebbe, con gli occhi del bravo progettista quale è, mostrato una sua visione e lasciato il campo all’interpretazione dei visitatori, in gran parte progettisti come lui. Se avesse avuto il coraggio di fermarsi, il giudizio sarebbe stato più che positivo. Invece, l’anima del progettista che ha tutte le risposte ha preso il sopravvento, con il poco tempo a disposizione per problematiche così impegnative ha confezionato in qualità di co-progettista, mi chiedo perché non lasciare la scena ai bravi studi invitati e doverli invece guidare mettendosi in mostra: AM3 con Vincenzo Messina, BDR Bureau, diverserighestudio, Gravalos Di Monte Arquitectos, MoDus Architects, Solinas Serra Architetti.
Perché scegliere la via del conflitto tra ruoli molto diversi tra loro? La questione dunque era delicata: emergere come curatore o progettista. La scelta è caduta sul conflitto tra i due ruoli, in questo modo relega a un ruolo subalterno tutti gli invitati comprese le università coinvolte, che restano al margine rispetto al peso dato anche nella comunicazione alla School of Sustainability (sponsor culturale e non commerciale del Padiglione Italia), ma comunque ente fondato da Mario Cucinella stesso. Insomma, la danza immobile tra intuizioni e conflitti, lascia qualche dubbio.
- Arcipelago Italia
- 26 maggio – 25 novembre 2018
- Mario Cucinella
- Padiglione Italia, Arsenale