I curatori del Padiglione dell’Australia, Baracco+Wright Architects con l’artista Linda Tegg, scavano a fondo al di sotto dei Freespaces antropizzati della loro nazione-continente, fino a riscoprire un ecosistema autoctono rarissimo. Dal Settecento a oggi, il 99 per cento dell’estensione delle praterie dell’Australia sud-orientale ha lasciato il posto a terreni agricoli e urbanizzati; il restante 1 per cento sopravvive come fragile tiers paysage, costretto ai margini di carreggiate stradali o all’interno di lotti abbandonati.
Per qualche mese, un suo delicato frammento vivrà al sicuro all’interno del padiglione veneziano. Grasslands Repair è il titolo di un’installazione la cui storia comincia nell’emisfero australe, da cui provengono le zolle di terra di cui si compone, prosegue nelle serre liguri, dove è cresciuta la sua vegetazione rigogliosa, e giunge a Venezia nella forma di una prateria pixelata, di cui si prende cura una squadra di giardinieri silenziosi e amorevoli.
Natura eminentemente selvaggia ma paradossalmente coltivata, strutturata e allestita dall’uomo, Grasslands Repair vuole essere un inno alla relazione tra l’architettura e il suo ambiente, e un’invocazione al dovere del progetto di prendersi cura del proprio contesto, di “riparare” la terra ferita su cui sorge. Un osservatore attento potrà forse cogliere che le ondulazioni dell’opera ricostruiscono la sommità spianata della collinetta di riporto su cui sorge il padiglione, e che quest’ultimo si occupa del suo contenuto vegetale attraverso il sole elettrico di Skylight, un’installazione a soffitto di led industriali riadattati allo scopo.
Certamente straniante per il suo livello di sintesi e asciuttezza, di lettura forse non immediata nei suoi legami con il sito e l’edificio, Grasslands Repair trova un complemento ideale e poetico nei video di Ground (dei curatori con David Fox). Ogni dieci minuti, il padiglione piomba all’improvviso nell’oscurità e un’enorme proiezione in scala reale ne sfonda un angolo, aprendolo su paesaggi di natura e architetture australiane. Le immagini in movimento visualizzano con efficacia i risultati possibili della “riparazione”, che non implica l’utopico ritorno a un passato edenico ma che, al contrario, si proietta nel futuro. Nelle parole delle curatrici, “repair (…) non si definisce come il restauro di uno stato originale pre-esistente, ma piuttosto come la definizione di una condizione in sé ‘buona’.
- Titolo della mostra:
- Grasslands Repair
- Date di apertura:
- 26 maggio – 25 novembre 2018
- Curatori:
- Baracco+Wright Architects, Linda Tegg
- Sede:
- Padiglione Australia, Giardini