Il viaggio volge al termine, ma non prima di essere sbarcati sulle due isole maggiori, passando per la punta dello Stivale, lungo l’appennino Calabro-Siculo, e aver varcato lo stretto di Messina. In questa fetta d’Italia sorge un movimento di rigenerazione urbana grazie al quale spazi e luoghi entrano nella memoria collettiva attraverso un’opera di riappropriazione che disincentiva l’abbandono.

Il progetto della panchina di Noto valorizza lo spazio pubblico, mentre a Scicli la Casa Ecs si mimetizza con grazia nel terreno. In Sicilia occidentale, Favara è catalizzatore di processi di rigenerazione come Alba Palace Hotel e Quid Vicololuna. Il progetto di restauro dell’ex convento di San Domenico si propone di restituire uno spazio alla comunità e così l’auditorium a San Cataldo, dove, all’interno di un luogo privato quale la banca, viene ricavato uno spazio a vocazione comunitaria. Rievocando la storia si arriva al Teatro di Andromeda, dove è manifesto il connubio di arte e cultura, e infine sull’isola di Favignana, dove il recupero delle cave ha dato vita a una struttura ricettiva.

Attraversato il Tirreno, in Sardegna troviamo una pensilina per gli autobus, un intervento minuto e calibrato che incornicia il paesaggio dominato dal Gennargentu. La valorizzazione di un patrimonio non è tuttavia tale senza il radicamento di chi ne è custode: l’iniziativa della Casa dell’Artista propone una rigenerazione territoriale che ha il suo innesco nell’ascolto di comunità dimenticate. Il viaggio si conclude, non senza una forte valenza simbolica, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago de La Maddalena dove, in un rinnovato forte sabaudo, sorge oggi il Memoriale di Giuseppe Garibaldi.

Questo articolo è parte di “Arcipelago Italia”, lo speciale dedicato al Padiglione Italia, in allegato a Domus 1025, giugno 2018.