Il rituale d’inizio di Biennale Architettura non può dirsi completo fino all’espressione della giuria internazionale, e il 20 maggio infatti l’architetto e curatore italiano Ippolito Pestellini Laparelli e i suoi colleghi hanno annunciato la partecipazione nazionale vincitrice del Leone d’oro, e gli altri premi di questa edizione. In giuria, l’architetta e curatrice palestinese Nora Akawi, Thelma Golden, direttrice dello StudioMuseum di Harlem, il direttore di Cityscape Magazine, il sudafricano Tau Tavengwa, e Izabela Wieczorek, architetta e docente polacca. “Terra [Earth]”, il padiglione brasiliano, ha vinto il Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale: un lavoro che, nelle parole dei curatori Gabriela de Matos e Paulo Tavares, invitando chi visita a toccare, percepire, odorare la terra, invita a riconoscere il Brasile come territorio ancestrale e diasporico, dando voce così ad un momento di ricostruzione, riparazione e restituzione dopo anni duri, un discorso costruito collettivamente con diverse popolazioni.
Al Brasile e a DAAR i Leoni d’Oro della Biennale Architettura 2023
Oggi a Venezia, la giuria internazionale ha assegnato i premi della diciottesima Mostra Internazionale di Architettura, tra progetti che parlano di ricostruzione, decolonizzazione (anche dei luoghi meno prevedibili), riconciliazione col pianeta e con le vite che lo abitano.
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- Giovanni Comoglio
- 21 maggio 2023
A DAAR, la Decolonizing Architecture Art Research di Sandi Hilal e Alessandro Petti, il Leone d’Oro per la migliore partecipazione alla mostra The Laboratory of the Future: un lungo percorso di esplorazione sul significato di decolonizzazione tra Palestina ed Europa, che col progetto esposto a Venezia ha toccato l’Italia, dando alle architetture fasciste della Sicilia un nuovo significato, nel contesto contemporaneo delle migrazioni, “creando una spaccatura in quella tendenza dell’architettura rendersi coloniale, a separare dei ‘noi’ e dei ‘loro’”, come ha detto Hilal.
L’installazione multimediale capace di far vedere il futuro pubblico e globale ha invece fatto vincere all’architetto e artista nigeriano-newyorkese Olalekan Jeyfus il Leone d’Argento per un promettente giovane partecipante alla mostra, mentre le menzioni sono hanno avuto la particolarità di annoverare anche una partecipazione nazionale, quella di della Gran Bretagna con Dancing Before the Moon. Le menzioni speciali per i partecipanti sono andate alla pratica di Sammy Baloji, Twenty Nine Studio, con la sua esplorazione archivistica sulla storia del Congo, ai sudafricani Wolff Architects e all’inglese Thandi Loewenson, legata per nascita allo Zimbabwe, per il suo dare forma alla storia con una pratica multimediale che include anche la scrittura speculativa.
Il Leone d’Oro alla carriera, come annunciato nel marzo 2023, è stato consegnato a Baba Demas Nwoko, artista, designer e architetto nigeriano “architetto del XX e XXI secolo” come lo ha definito la curatrice di Biennale Lesley Lokko, che in una mostra centrata sul futuro lo ha voluto premiare come figura “la cui eredità immateriale – approccio, idee, etica – è ancora in via di valutazione, comprensione e celebrazione”. A riassumere lo spirito di queste premiazioni, riprendiamo la citazione di James Baldwin che il team curatoriale del padiglione inglese ha voluto ricordare sul palco: “C'è una ragione, dopo tutto, per cui alcuni vogliono colonizzare la luna, mentre altri danzano davanti a lei come davanti ad un vecchio amico.