In uno spazio industriale alla periferia di Bruxelles il designer Carl De Smet espone i suoi ultimi lavori realizzati con un nuovo materiale che promette esiti semplicemente spettacolari. La plastica, in grado di cambiare rapidamente di forma e dimensioni, dà agli oggetti la possibilità di trasformarsi completamente. Così, un pacchetto compresso si espande in una poltrona completa, la cui prima versione in scala reale verrà presentata in anteprima in zona Ventura. “In sostanza”, spiega De Smet, “il progetto della seduta è programmato in anticipo nel materiale”. Dopo cinque anni dedicati a una ricerca denominata Noumenon, i suoi sforzi sembrano essere stati ricompensati. Il materiale messo a punto è un espanso a memoria di forma, ovvero un polimero intelligente relativamente leggero in grado di trasformarsi da rigido e strutturale a morbido e malleabile, al punto che può essere compresso 20 volte rispetto alla dimensione originale.
Polimeri intelligenti a caccia di aziende
Il designer belga Carl de Smet presenta in zona Ventura una poltrona in grado di cambiare rapidamente forma e dimensioni grazie all'impiego di un nuovo polimero intelligente.
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- Elise van Mourik
- 13 aprile 2013
In questo modo, gli oggetti si possono trasportare e immagazzinare usando il minimo dello spazio; dopo di che, una volta pronti all’uso, possono riassumere le proporzioni originali. “Tutto quel che serve agli oggetti per trasformarsi è il calore”, precisa De Smet. A casa, all’oggetto viene applicata una carica elettrica, che lo fa dispiegare lentamente fino a espandersi per raggiungere la forma originale. La sfida, ora che il materiale è stato messo a punto, è realizzare il primo prodotto finito, la poltrona Noumenon: un risultato che De Smet non vede l’ora di conseguire. “Una seduta costituisce un buon esempio di ciò che il materiale è in grado di fare. È un oggetto tipico, abbastanza complicato da rappresentare una sfida strutturale per il progetto e per il materiale”.
La poltrona Noumenon è costruita come una struttura ossea cellulare, come se un elemento microscopico si gonfiasse fino a raggiungere la forma di una seduta. In realtà, alla prima occhiata si potrebbe non riconoscerla come una seduta, e comunque non quando è compressa in un semplice blocco piatto di piccole dimensioni.
La scelta di una struttura a cellule è dovuta al fatto che, proprio come nel caso dell’osso, ne rispecchia la composizione leggera e resistente, ma anche perché questa impostazione formale permette al processo di trasformazione di procedere correttamente. Come in un osso, è la stessa struttura molecolare dell’espanso a conferire un’alta resistenza al materiale, che il progetto a cellule della poltrona rispecchia.
La sua forma bianca contorta non è lontana da quelle che potrebbero uscire da una scenografia di fantascienza, a parte lo spettacolo di vederla emergere lentamente da una lastra compatta. “Questa è la forma che ho provato prima”, dice indicando una sedia a S nell’angolo dello studio.
In questo caso, il progetto della seduta è così semplice che non solo si può cambiarne la forma per trasportarla, ma la si può modificare ogni volta che deve assumere un’altra configurazione o un’altra funzione. Fatta di un unico foglio di espanso, la si può facilmente trasformare da seduta in tavolino curvilineo, e viceversa.
Guardando i progetti di Noumenon, si può capire che non si sta solo cercando una soluzione ai problemi del trasporto degli oggetti industriali, ma che si sta proponendo un diverso mondo di oggetti, un’estetica distinta e una tipologia di cose che si presentano con un proprio comportamento specifico. Quando il design viene portato a un punto di possibilità così radicale, non dà forse vita a una sorta di episodio fantascientifico che, per quanto si dispieghi materialmente proprio di fronte ai nostri occhi, è comunque un attributo al genere di mondo immaginario che vogliamo realizzare? De Smet, tuttavia, non è molto interessato all’aspetto assunto dall’innovazione.
Invece che occuparsi dell’estetica, lo scopo di Noumenon è l’esplorazione dei confini della fabbricazione alla radice primaria di ciò che è materialmente possibile fare. “Sto cercando di guardare attraverso gli oggetti, attraverso il loro progetto, a ciò che è invisibile”. Ecco quindi che la tecnologia di questo espanso rimane in secondo piano. In realtà, spiega De Smet, la tecnologia in gioco è integrata nel materiale e si esprime attraverso le prestazioni dell’oggetto, non solo attraverso il suo aspetto. Noumenon, sulla stessa linea concettuale, non guarda specificamente al design dell’arredo, ma considera se stessa come una piattaforma d’innovazione per l’applicazione di questo polimero intelligente, sviluppando nuove possibilità tecnologiche dietro le scene della professione del design. Con questa seduta, De Smet vuole indicare come il materiale oggi possa trovare un’applicazione, dimostrando tutto quello che ci si può fare. Invece di proporre l’ennesima seduta, Noumenon offre un altro tipo di materiale, che non si discosta dai progressi tecnologici della natura. “La natura non è forse tecnologia in azione? Mentre in questo ambito una proprietà genetica si evolve in quella seguente, la tecnologia procede per prova ed errore”. Se la sopravvivenza della tecnologia corre un rischio, tuttavia, questo pare collegato alla competizione insita nel progredire della sua stessa creazione. Non alieno da questo concetto, De Smet ammette: “Non riesco ad aspettare che questa innovazione diventi superata!”. Come si collochi il design nel percorso del progresso è argomento di discussione.
Da un lato, queste novità tecnologiche lo realizzano nella fabbricazione degli oggetti, specialmente quelli che non esistevano neppure nell’immaginazione. I polimeri intelligenti come questo hanno certamente davanti a sé un futuro che va oltre l’uso ordinario dei polimeri, e oltre l’oggetto conosciuto. Osservando la poltrona Noumenon dispiegarsi lentamente, tuttavia, viene alla mente una riflessione più audace. Da un punto di vista molto differente, qui il design non solo fornisce quella che viene generalmente ritenuta una buona soluzione ai problemi logistici della fabbricazione industriale, ma supera di slancio l’idea di progresso e crea uno scenario in cui essso si trova ad affrontare le proprie contraddizioni. Spinto al limite di ciò che può proporre, il design pare per un istante che divenire consapevole di se stesso, e trovare una posizione radicale originale nel rispondere all’idea di modernità con cui si confronta. Mentre nella poltrona Noumenon la tecnologia si rappresenta nel modo più invisibile possibile, guardandola come un oggetto di design diventa sempre più palese l’opportunità di usare un po’ di senso di immaginazione e gusto per il divertissement come strumento per realizzare il progresso.