Walter Gropius

«Nutro la convinzione che la Nuova Architettura sia destinata ad assumere una portata molto più ampia di quella che oggi ha l’attività edilizia; ritengo inoltre che attraverso lo studio dei suoi vari aspetti procederemo verso una ancor più ampia e profonda concezione del design come grande organismo unitario, specchio dell’indivisibilità, dell’immensità e della fondamentale unità della vita stessa, di cui esso è parte integrante» (Walter Gropius, 1935)

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Walter Adolph Gropius, detto Walter Gropius, nasce a Berlino nel 1883.

Figura centrale del Movimento Moderno, sostenitore della teoria per cui l’architettura non può prescindere da aspetti sociali e psicologici, Gropius è allievo di Peter Behrens, presso cui lavora tra il 1908 e il 1910, dopo aver completato la formazione di architetto maturata a Monaco (1903) e Berlino (1905-1907).

Concluso l’apprendistato, inaugura nell’odierna capitale tedesca il proprio studio professionale che, fino al 1925, lo vede affiancato da Adolf Meyer, altro giovane architetto tedesco che di Gropius era stato collega negli anni trascorsi con Behrens. La loro prima importante opera è l'officina per la produzione di stampi da scarpa denominata “Fagus” (1911), a Alfred, in Sassonia, sul cui progetto si riflettono alcune delle considerazioni sulla fabbrica moderna che Gropius esplicite in un testo apparso sulle pagine di Jahrbuch due anni più tardi. Sia la fabbrica Fagus, sia il saggio teorizzano la necessaria e completa indipendenza delle nuove officine dalla tradizione formale tedesca e suggeriscono audaci soluzioni tecniche, tra cui la chiara enunciazione del rapporto dinamico tra esterno e interno che, ad Alfred, si ottiene sostituendo le pareti esterne con ampi e arditi tamponamenti in vetro. Una scelta poi confermata dal progetto per la fabbrica modello, presentato all’esposizione di Colonia promossa dal Deutscher Werkbund (1914), l’associazione fondata nel 1907 da industriali, architetti e designer con lo scopo di migliorare la qualità dei prodotti dell’industria tedesca (inclusa quella dedita allo sviluppo di materiali edilizi).  

Insieme a questo primo progetto di architettura, in questo periodo Gropius si dedica alla progettazione di una motrice a benzolo per la fabbrica di vagoni ferroviari di Königsberg, dalla critica considerata assoluta trasposizione del principio secondo cui la forma in sé perfetta è raggiungibile solo attraverso un attento studio delle sue funzioni che l’oggetto disegnato deve soddisfare.

La carriera dell’architetto tedesco decolla dopo il 1919 (alla conclusione della Prima Guerra Mondiale): in quell’anno, assunse la direzione della Grossherzogliche Sächsische Kunstgewerbeschule e della Sächsische Hochschule für bildende Kunst di Weimar, da Gropius unificate per dar vita al Bauhaus, di cui redige il manifesto. Scopo della neonata scuola di design non è la promozione di un nuovo stile o di una nuova forma d’arte, ma la completa riforma del lavoro artistico, che Gropius identifica con il ritorno alle sue origini, rintracciate nel lavoro artigianale. Che è inteso come diretta manipolazione dei materiali moderni, comuni a tutte le arti (scultura, pittura e artigianato). A questo serve l’istituzione dei laboratori del Bauhaus, che sono distinti proprio in funzione della materia utilizzata in ciascuno di essi.
È lo stesso Gropius che tra le pagine di “La Nuova Architettura e il Bauhaus” (1935), rievoca principi e avvenimenti legati alla vicenda: «Quest’idea di una fondamentale unità sottostante a tutti i campi del design fu il principio ispiratore che mi guidò nella fondazione della scuola. […] Nella realizzazione di questo progetto mi proposi di risolvere il delicato problema di come conciliare la creatività del design con la perizia tecnica. Questo significava trovare un nuovo, e fino ad allora inedito, genere di collaborazione che potesse essere formato a una uguale competenza in entrambi i campi. […] Insistevo sulla necessità di una pratica manuale, non in quanto fine a sé stessa, o con l’idea di trarne vantaggi producendo occasionalmente oggetti di artigianato, ma come metodo formativo completo per la mano e per l’occhio, oltre che come primo stadio pratico per l’elaborazione e la gestione di processi industriali».

Con il trasferimento da Weimar a Dessau, Gropius ha anche l’opportunità di realizzare ex-novo la sede della scuola (1925-1926), una costruzione iconica in cui l’organizzazione del programma formativo proposto si traduce in maniera diretta nell’organizzazione degli spazi. Epicentro di molti artisti d’avanguardia – tra i professori scelti da Gropius si annoverano Vasilij Kandinskij, Johannes Itten, Lyonel Feininger, Theo van Doesburg, Paul Klee e Oskar Schlemmer – in breve tempo il Bauhaus diviene una sorta di collettivo artistico, cui si devono straordinari progetti integrati di architettura e design. Tra questi, la Haus Sommerfeld a Berlin-Steglitz (1920-1922), voluta dall’imprenditore edile Adolf Sommerfeld e progettata da Gropius, Meyer e alcuni studenti - Josef Albers, Marcel Breuer e Joost Schmidt tra gli altri - che disegnano e realizzano mobili e vetrate.

Dopo la separazione da Meyer, Gropius lascia anche la direzione del Bauhaus (1928), con l’intento di riprendere in mano la propria attività professionale.

In questo periodo aderisce alla creazione dei CIAM - Congrés Internationaux d'Architecture Moderne: durante l’edizione a Bruxelles del 1930, dedicata ai metodi costruttivi razionali, presenta il testo intitolato “Costruzioni basse, medie o alte?”. Si dedica intensamente allo studio dell’urbanistica e dell'abitazione moderna, costruendo numerosi quartiere come il Siemensstadt a Berlino (1929), il Törten a Dessau (1927) e il Dammerstock a Karlsruhe (1927-1929). Nel 1926 firma il progetto per il "Teatro Totale" di Erwin Piscator; nel 1931 si aggiudica quello per il palazzo dei Soviet di Mosca e, contemporaneamente, disegna carrozzerie d'auto, mobili e allestimenti di mostre (tra cui quella del Werkbund a Parigi). Oppresso dal regime nazista, si trasferisce prima in Inghilterra (1934-1937) e poi negli Stati Uniti, dove la Harvard University gli assegna una cattedra alla Graduate School of Design (di cui diviene preside nel 1938 e fino al 1952). In Massachusetts, nel 1946, dà vita al TAC – The Architects Collaborative, un gruppo composto da giovani progettisti che lo affiancano nella costruzione di importanti opere, molte delle quali scuole: il Graduate Center della Harvard University (1950) è il frutto più maturo della collaborazione e vi si ritrovano tutti i principi d’integrazione tra le arti messi a punto con il Bauhaus.

La fase conclusiva dell’attività di Gropius – che scompare a Boston nel 1969 - vede la costruzione di molte opere, tra cui l’edificio per l’Interbau a Berlino (1956-1957); l'ambasciata americana ad Atene (1956); la nuova sede dell’università di Baghdad (1958); il quartiere a lui intitolato a Berlino, Gropiusstadt (1960), composto da sedicimila alloggi con relativi servizi (negozi, scuole, uffici, ecc.); il grattacielo della Pan American Airlines, appoggiato sopra la Grand Central Station a New York e firmato insieme a Pietro Belluschi (1958-1963).

Per comprendere il ruolo e l’influenza esercitata da Gropius su tutta l'architettura contemporanea, sono inoltre di rilevante interesse tanto i progetti non eseguiti, quanto gli scritti teorici che vedono, per esempio, la stesura nel 1910 di un primo saggio sulla prefabbricazione industriale firmato insieme a Behrens.

Le sue più importanti teorie sono state pubblicate in numerosi volumi, editi a partire dal 1938.

Attraverso le parole di Marco Biraghi:

Al pari di quello di “collettività”, il concetto di “impegno culturale dell’architetto” conforma nel senso più profondo il pensiero di Gropius e costituisce il necessario compendio del primo. Questo binomio, sintetizzato nell’idea di “totalità” (dell’architettura come della società), è centrale […] e rimanda direttamente alle esperienze compiute da Gropius nella Berlino dell’immediato primo Dopoguerra
Estremi cronologici:
1883–1969
Ruolo professionale:
architetto, designer

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