Attraverso la creazione di autentiche icone del design, lo spirito sperimentale e la continua attenzione alla mediazione tra sviluppo di concept e comunicazione, Charles e Ray Eames hanno incarnato allo stesso tempo il design del Novecento e una certa indipendenza del contesto americano da dinamiche e influssi europei.
Charles Eames nasce a Saint Louis nel 1907, cresce attraversando molti lavori manuali per mantenere una famiglia in difficoltà economiche: si avvicina così alla costruzione e all’architettura, che studierà presso la locale Washington University. Con la prima moglie Catherine Dewey Woermann intraprende un viaggio in Europa e realizza alcuni primi lavori di architettura negli Stati Uniti, scontrandosi però con il retaggio Beaux-Arts ancora imperante. Dopo un nuovo viaggio in Messico che si rivelerà formativo per la sua tecnica e la sua estetica, Eames apre uno studio con Robert Walsh: progetti tra cui la Meyer House (1938) gli valgono l’attenzione di Eliel Saarinen e un contratto alla Cranbrook Academy of Art (Michigan). È qui che conosce come sua studente Bernice Kaiser, per tutti Ray. Kaiser, nata a Sacramento, California, nel 1912, è una promettente artista interessata al design, pittrice dotata che ha studiato in precedenza alla May Friend Bennet School nella Hudson Valley (New York), frequentando la scena artistica newyorkese degli anni ’30 e fondando il gruppo AAA-American Abstract Artists.
Charles e Ray Eames
“Prendi sul serio il tuo divertimento!”
(Charles Eames)
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I dettagli non sono dettagli. Sono l’essenza del progetto.
Charles e Ray Eames si sposano nel 1942 e si trasferiscono in California: lui lavora alle scenografie per la MGM, ma presto cominciano i loro esperimenti — come Plyformed Wood Company — con il legno compensato curvato per protesi e attrezzatura medica, che garantiscono loro fondi statali e mezzi di produzione avanzati. Negli anni del dopoguerra questa sperimentazione evolve in una stagione di grandi successi, in cui gli Eames creano i loro pezzi più iconici, destinati a diventare pietre miliari della storia del design: esposti al MoMA nel 1946 nella mostra New furniture designed by Charles and Ray Eames, verranno scelti da Herman Miller per essere prodotti e commercializzati, aprendo una collaborazione produttiva storica ancora in corso. Nella fase di ricerca precedente la mostra, i prototipi sviluppati sono costituiti da compensato curvato (con una macchina chiamata Kazam!) in più pezzi separati, tecnica che viene preferita a quella del pezzo unico per ragioni di economicità di manutenzione e versatilità: compaiono la DCW (Dining Chair Wood), la LCW (Lounge Chair Wood) e la LCM (Lounge Chair Metal).
I passi successivi vedono l’integrazione di nuovi materiali e tecniche, in particolare le plastiche stampabili, o la fibra di vetro della poltroncina monopezzo a piedi metallici incrociati (1948), o La chaise (1949) che passerà però in produzione solo nel 1990. Il metallo, la sua combinabilità con altri materiali e in strutture spaziali è un altro punto di grande rilievo in questa ricerca, come dimostrano le combinazioni col legno delle Eames Storage Units (1950) e del LTR Low Table Rod Base, o la plasticità della rete metallica che struttura le sedie Bikini (1953-56). Dopo un decennio di studi, nel 1956 sarà poi presentata la versione definitiva della Lounge Chair and Ottoman, icona del design nonché unica eccezione alla filosofia Eames della “massima qualità al minor prezzo”, con la sua struttura in metallo e palissandro e i rivestimenti in cuoio.
Ray Eames su uno dei prototipi per la Lounge Chair
Charles e Ray Eames, Sedie in legno compensato e metallo, tavolo in legno laminato e metallo, 1946
Charles e Ray Eames, LCW Lounge Chair Wood, 1946
Charles e Ray Eames, una selezione dei pezzi d’arredo prodotti da Herman Miller, 1946. In Domus n. 256, marzo 1951
Charles e Ray Eames, Eames Radio, 1946. Prodotta solo apartire dal 2018 da REVO
Charles e Ray Eames, poltroncina in plastica rinforzata in fibra di vetro e LTR Low Table Rod Base, 1950
Charles e Ray Eames, “Storage Unit”, Herman Miller, 1950, Vitra dal 2004
Charles e Ray Eames, DSW Plastic Side Chair Wood Base, Herman Miller, 1952, poi Vitra
Charles e Ray Eames, Lounge Chair and Ottoman, Herman Miller poi Vitra, 1956
Charles e Ray Eames, Herman Miller Inc. Showroom, West Hollywod, California, 1949. Veduta degli interni.
Charles Eames gioca con la House of Cards, 1952. © Eames Office LLC
Sinistra: The Toy su Life magazine,16 luglio, 1951. Destra: Ray Eames con un prototipo di The Toy nel patio della Eames House, 1950. © Eames Office LLC
Ray Eames posa dietro alla fotografia di un gatto, dicembre 1970. © Eames Office LLC
Charles e Ray Eames nel soggiorno della Eames House, Santa Monica, California, 1958. Foto © Eames Office LLC. In Domus n. 1017, ottobre 2017
Charles e Ray Eames (con Eero Saarinen), Case Study House 8 (Eames House), 1945-49, Santa Monica, California. Vedute degli esterni. In Domus n. 614, febbraio 1981
Charles e Ray Eames (con Eero Saarinen), Case Study House 8 (Eames House), 1945-49, Santa Monica, California. Vedute degli esterni. In Domus n. 614, febbraio 1981
Charles e Ray Eames hanno sviluppato anche architetture, e all’origine della loro più famosa realizzazione, la Eames House (1945-49), c’è la collaborazione con la rivista Arts & Architecture e il suo direttore John Entenza. Questi lancia nel 1945 il Case Study House Program, coinvolgendo grandi nomi dell’architettura dell’epoca nello sviluppo di prototipi abitativi presso Santa Monica (California). La Case Study House #8, progettata con Eero Sarinen, è la Eames House, e estende ad una scala edilizia i principi dei suoi progettisti e residenti: “volendo ottenere il massimo del volume col minimo dei materiali”, i profili in acciaio messi a disposizione per la realizzazione vengono organizzati in una griglia neutra in cui poi si combinano, su disegno di Ray, tamponamenti vetrati o in pannelli di diverse colorazioni, “risultato inevitabile del design organico”, come lei stessa li definisce. Il risultato è l’accoppiamento di un volume residenziale con uno adibito a studio, perfettamente moderni e contemporaneamente integrati nella natura del loro sito.
Il concetto di design degli Eames è vasto, e copre anche i campi della formazione e della comunicazione. Si esprime in giochi, come la House of Cards (1952), The Toy (1950), la Revell Toy House in pieno Eames-style (1959, non commercializzata). Passa anche attraverso la realizzazione di mostre ed esposizioni, in cui si concretizza lo spirito divulgativo proprio di molte loro realizzazioni, quale la mostra Mathematica (1961), o le molte collaborazioni con IBM per film, edizioni e padiglioni espositivi (oltre 50 progetti). Sono proprio i film uno dei terreni più fertili nella produzione dei due designer: tra 1950 e 1978 Charles e Ray Eames realizzano oltre 100 film — “tentativi di trasmettere un’idea” come loro li definiscono — di diverso soggetto e durata: da The information Machine (1957) per IBM, che estende A communication primer (1953) — film che spiega il funzionamento dei computer e che aveva spinto IBM a cominciare la lunga collaborazione coi designer — fino a Banana Leaf (1972) sul valore degli oggetti nella diversità delle classi sociali e al celebre Powers of Ten: A film dealing with the Relative Size of things in the universe and the effect of Adding Another Zero (1977), esplorazione scientifica della misura relativa delle cose e sul ruolo della distanza nell’osservazione.
Charles Eames muore nel 1978, e Ray Kaiser Eames dedicherà i dieci anni successivi, fino alla morte, ad organizzare e diffondere la loro produzione.
…ogni cosa dipende da qualcos’altro. (Ray Eames)
Alla fine tutto è connesso —persone, idee, oggetti ecc. — e la qualità delle connessioni è il segreto della qualità in sé e è per sé . (Charles Eames)