In mostra presso il Complesso San Paolo di Modena, Mappe  Esosomatiche riassume il lavoro, il percorso artistico e di sperimentazione tra tecniche e materiali dell’artista Adolfo Lugli. Il termine “esosomatico” rimanda al Festival Filosofia 2019, che aveva come tema Persona, e a Carlo Sini, filosofo italiano che sostiene che il corpo umano è un corpo tecnico e che la tecnica è una proiezione esosomatica, così come lo è il linguaggio.  “Anche la parola è uno ‘strumento esosomatico’ – dice nell’introduzione del catologo della mostra Sandro Parmiggiani –, che permette all’essere umano di costruirsi una mappa del proprio agire: dunque, è la cultura, composta dagli alfabeti, dalle scritture, dalle creazioni realizzate nel corso della storia umana, ivi comprese le macchine, che parla per l’essere umano e che lo muove. Ciò che è venuto facendo Adolfo Lugli, nelle sue creazioni e nella sua tenace impresa di collegare mondi che interagiscono scambiandosi linguaggi e tecniche, pare avvalorare l’intuizione di Sini.” Le opere, realizzate negli ultimi sette anni, espongono dall’inizio il percorso artistico di Lugli quando, studente di arte, si appassiona alla serigrafia e alla xilografia. La mostra è l’ultima parte di questo percorso: le Mappe portano tracce del lavoro dell’uomo e su queste l’artista interviene con la sua sensibilità per indicarne un nuovo significato e una nuova capacità di comunicare.  Molte delle opere in esposizione sono formate da materiali recuperati grazie alla frequentazione del territorio modenese e carpigiano, in particolare delle industrie dove vengono utilizzati grandi pantografi per tagliare materiali diversi. Il pantografo infatti traccia il piano di lavoro trasformandolo in simbolo di ricerca. I piani di legno, modificati  dall’azione meccanica, mostrano una mappa di punti e linee, che Lugli riavvicina alla storia dell’arte attraverso la pittura, tentando una lettura nuova della materia che, da grezza e priva di significato, viene rigenerata dall’artista, dalla “macchina umana”. L’allestimento della mostra, curato da Lugli, sarà visitabile fino al 16 dicembre 2024 con ingresso libero. La mostra è stata patrocinata dal Comune di Modena e di Modena city of media arts ed è realizzata in collaborazione con il Circolo Culturale MAC – Movimento Arti Contemporanee. Igea, Barchemical, Officine Barbieri, Mantovani Benne, Publieuropa, Progetto Legno e Neon King hanno partecipato alla realizzazione del progetto.