Nel 1955 Katharine Hepburn abbandonava Venezia con in valigia un calice rosso soffiato a bocca. Come moltissimi turisti prima di lei, e altrettanti dopo, non aveva rinunciato a un souvenir nel materiale più rappresentativo della città. Nel 2018 calici come quello di Katharine sono ancora molto popolari, ma siccome nel frattempo siamo diventati gente di letture raffinate con almeno un master nel curriculum, se proprio deve essere souvenir che abbia la gravitas di una riflessione.
Non già dunque un vetro soffiato di Venezia, ma un più internazionale “Pieces of Venice”. Che a uno straniero suona come un luogo dove si vendono pezzi di Venezia, e che in effetti è veramente così. Il progetto, ideato da Luciano Marson, assieme a Karin Friebel e Luca Cerchier, fa in maniera legale quello che i turisti (denunciati) fanno alla Sardegna, rubata e depredata della sua sabbia: mettere in vendita pezzi della città. Giacché le pietre del ponte di Rialto sono troppo pesanti, la scelta è caduta sulle tavole usurate di larice dei pontili dei vaporetti. Trasformate in oggetti per bambini e adulti che recuperano riti e usanze della laguna. Con il rimando a quella del Pulcinella di Giandomenico Tiepolo, la nuova altalena Dorsoduro 3136 si ricollega addirittura a un suo capolavoro artistico. Il cui nome conserva l’indirizzo di esposizione: il museo Ca’ Rezzonico. Un vero “Pieces of Venice”, anche nell’estrema possibilità che, usandola, l’immaginazione la trasfigurasse nell’altalena rococò del famoso dipinto di Jean-Honoré Fragonard. Ma giusto perché la vera battaglia di sopravvivenza di Venezia è quella contro il turismo di massa, forse un’asse di larice percorsa dalle tracce di trascinamento di 1.000 trolley è un souvenir più autentico. E, sorpresa, “Pieces of Venice” ve ne può fornire una esattamente così.
- L’oggetto del giorno:
- Altalena Dorsoduro 3136
- Azienda:
- Pieces of Venice
- Designer:
- Baldessari e Baldessari
- Diametro:
- 380 mm
- Materiali:
- Legno di larice e corda