Cucinare due uova col Tegamino di Alessandro Mendini

Il celebre designer reinventa un accessorio tipico, ma bistrattato, della cucina. Ecco il terzo protagonista della rubrica “L’oggetto del giorno”.

Avessimo una preferenza per le uova sode come quella di Elisa in La forma dell’acqua, il film appena premiato con un Oscar, di questo nuovo Tegamino di Alessi potremmo fare senz’altro a meno. Come lei l’unica nostra preoccupazione sarebbe portare una pentola a ebollizione e passare ad occuparsi di altro. Il problema sorge invece quando tra la nostra inettitudine culinaria e l’eventuale passione per le uova strapazzate esiste una tensione come tra le due Coree.

Fig.1 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Carlo Lavatori
Fig.2 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Carlo Lavatori
Fig.3 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018
Fig.4 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018
Fig.5 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Walter Zerla
Fig.6 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Walter Zerla
Fig.7 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Walter Zerla
Fig.8 Alessandro Mendini, Tegamino per Alessi, 2018. Foto Walter Zerla

Anche se abbiamo seguito dei corsi di cucina, anche se all’ennesima bruciatura ci siamo raccontati che l’uovo alla Burri riusciamo a farlo meglio di Gualtiero Marchesi, guarda un po’. Siccome però  nella sventura spesso non si è mai soli, all’interno del vasto partito «gente incapace di cuocere un uovo» caso vuole ci sia anche un maestro del design, Alessandro Mendini. Che per senso di rivalsa ha progettato un Tegamino con coperchio che dovrebbe garantire gli stessi diritti di Elisa: occuparci di faccende più importanti dei fornelli. E non solo. Anche ampliare ulteriormente le nostre autoindulgenze. Quelle che per fretta e fame coprono una varietà più o meno compresa tra bere un frullato dal recipiente del frullatore, a ingurgitare il prosciutto direttamente dalla confezione. Fino a gustare la frittatina del Tegamino senza bisogno di impiattarla. Una concessione autorizzata da Mendini assieme al gastronomo supervisore del progetto Alberto Gozzi, tanto per rendere se possibile ancora più parossistico il nostro primitivismo medioevale. Ma anche senza il beneplacito del designer, c’è forse qualcuno che terminata la cottura rinuncerebbe al piacere di quei manici ondulati a mo di uovo in padella in cambio di un piatto qualsiasi?

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