Il Metropolitan Museum of Art di New York ospita dal 30 settembre 2024 al 16 marzo 2025 una grande mostra dedicata al lavoro di Paul Rudolph, tra degli architetti più significativi del XX secolo. Materialized Space: The Architecture of Paul Rudolph, raccoglierà le opere di Rudolph dagli anni ‘50 agli ’70, con più di 80 elementi tra disegni architettonici, modelli, mobili, campioni di materiali e fotografie. Spaziando per tutto l’arco della sua carriera mostrerà la sua influenza sull’architettura moderna e contemporanea.
La grande mostra sulle opere di Paul Rudolph, anche quelle non realizzate
La mostra del Met offre l’occasione di scoprire l’influenza dei progetti visionari – realizzati e no – del grande architetto americano.
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- Lucia Brandoli
- 13 settembre 2024
Conosciuto per il suo uso espressivo – nonché audace – di spazio e materiali, a differenza dei suoi colleghi modernisti Rudolph era famoso per il suo uso di volumi e texture complessi. Un punto saliente della mostra saranno i disegni per il Lower Manhattan Expressway / City Corridor, un masterplan visionario mai realizzato concepito tra il 1967 e il 1972 per affrontare la congestione del traffico a New York: una mastodontica sopraelevata che integrava spazi residenziali, pubblici e commerciali. Ci saranno anche i materiali per l’Art and Architecture Building nel campus di Yale, questo completato nel 1958. L’edificio, caratterizzato da una solida facciata in cemento, è considerato un capolavoro dell’architettura brutalista. Gli spazi intricati al suo interno sono un perfetto esempio della maestria compositiva di Rudolph nell’assemblare spazi dinamici e coinvolgenti.
Prints and Photographs Division, Library of Congress.
The Museum of Modern Art, New York, Gift of the Howard Gilman Foundation (1290.2000).
School of Architecture, Yale University, Manuscripts and Archives, Yale University Library.
Fotografia di Ezra Stoller. Fotografia © Ezra Stoller/Esto, Yossi Milo Gallery.
Fotografia di Ezra Stoller per House Beautiful. Fotografia © Ezra Stoller/Esto, Yossi Milo Gallery.
Fotografia di Eileen Travell.