La storia del Calendario Pirelli inizia nel lontano 1964, quando Pirelli UK Ltd, consociata inglese del gruppo della Bicocca, lancia un progetto di marketing tanto esclusivo quanto inaspettato per superare la concorrenza delle altre case britanniche di pneumatici.
Il primo servizio fotografico viene affidato al fotografo inglese Robert Freeman, già noto per i suoi ritratti dei Beatles. Nel 1972, la fotografa francese Sarah Moon firma un’edizione memorabile con il suo stile unico, avvolto in un’atmosfera eterea e pittorica ispirata agli anni ’30.
Fin dall’inizio, The Cal ha avuto il merito di catturare lo spirito del tempo, scegliendo modelle iconiche e fotografi di spicco: negli anni seguenti, artisti come Helmut Newton, Terence Donovan, Herb Ritts, Richard Avedon e Peter Lindbergh contribuirono al suo successo, ciascuno con una visione e uno stile già codificato nel ritrarre il corpo femminile.
La svolta per Pirelli arriva nel 2000, quando Annie Leibovitz ridefinisce l’idea di calendario e di fotografia di nudo con scatti in bianco e nero quasi astratti, che prediligono l’espressione artistica. Nel 2004, Nick Knight e il direttore artistico Peter Saville spostano il focus dai desideri maschili a quelli femminili, creando immagini basate su racconti di fantasie intime di donne influenti. Nel 2013, Steve McCurry porta un focus sull’impegno sociale, immortalando modelle come la brasiliana Adriana Lima accanto alle donne “carioca” di Rio de Janeiro.
Un’altra pietra miliare è rappresentata dal capolavoro visionario di Tim Walker per il calendario 2018, in cui reinterpreta Alice nel Paese delle Meraviglie con un cast d’eccezione, tra cui Naomi Campbell, Whoopi Goldberg e Lupita Nyong’o. Nel 2020, Paolo Roversi firma un numero ispirato a Romeo e Giulietta.
Dal 1964 al 2024, nonostante alcune interruzioni, sono state pubblicate 50 edizioni del Calendario Pirelli, realizzate da 39 fotografi. La nuova edizione, firmata dal fotografo americano Ethan James Green, noto per il suo lavoro con riviste come Vogue, ID e Dazed, e per collaborazioni con marchi come Dior e Prada, è stata realizzata a Miami, nello storico Virginia Beach Park. Il set ritrae tre uomini e nove donne, tra cui l’italiana Elodie, la modella Connie Fleming e l’artista Martine Gutierrez. Il cast comprende anche figure come Simone Ashley, Hoyeon Jung, Jodie Turner-Smith, Jenny Shimizu, Hunter Schafer, Padma Lakshmi, Vincent Cassel e John Boyega. Un progetto che promette di tornare ai modi della fotografia classica, sostituendo al male gaze uno sguardo più inclusivo e attento a ritrarre l’essenza dei corpi e delle diverse identità, in una vera e propria ode alle personalità scelte da Green.
Si torna al concetto di nudità, inteso come un modo per cogliere la reale essenza di qualcuno.
L’anteprima del backstage di “Refresh and Reveal” ha sollevato diverse polemiche: “Chi ha venduto l’account Pirelli?” e “Nudità per vendere pneumatici?”.
Amnesia collettiva o forse si tratta solo di un nuovo pubblico?
Pirelli non si occupa solo di gomme ormai da tempo. Pur mantenendo il suo core business focalizzato sulla produzione di pneumatici ad alte prestazioni, Pirelli è coinvolta in attività culturali con l’HangarBicocca - uno spazio espositivo per l’arte contemporanea -,artistiche con il celebre Calendario Pirelli, nel settore della moda, con collaborazioni per collezioni di abbigliamento e accessori e nel motorsport, fornendo pneumatici per competizioni come la Formula 1, oltre a portare avanti iniziative di sostenibilità e responsabilità sociale.
Il mondo è cambiato rispetto all'ultima volta che Pirelli ha realizzato un Calendario sexy.
"Refresh and Reaveal" torna alle origini del Calendario, aggiornandolo.
Per la prima volta, The Cal adotta uno sguardo storicizzante grazie alla scelta di Green, che intende omaggiare dichiaratamente l’opera di Richard Avedon e Herb Ritts. Ogni modello sarà presentato da due ritratti: uno a colori, scattato all'aperto in spiaggia o in acqua, e l’altro in bianco e nero, realizzato in studio. Confermata per la terza volta di fila è invece la tendenza che vede il fotografo stesso entrare a far parte del cast, come già fatto da Prince Gyasi (2024) e Bryan Adams (2022).
Dall’oggetto di curiosità e desiderio maschile, il Calendario Pirelli è diventato un prodotto capace di sovvertire i propri presupposti, trasformandosi in un simbolo di espressione artistica e, proprio per questo, anche di riflessione sociale. Insomma, mentre il mondo cambia, anche il Calendario Pirelli continua a evolversi, facendosi testimone della sensibilità del proprio tempo, e forse le polemiche fanno parte proprio di questo. Per decidere se storcere il naso, non ci resta che aspettare di scoprire come quello del 2025 interpreterà il presente.