Chi è Juergen Teller: irriverente, imprevedibile, provocatore

Nato a metà degli anni Sessanta in Baviera, Teller è celebre soprattutto per avere rinnovato il linguaggio delle foto di moda, diventando uno dei nomi più celebri della fotografia contemporanea.

A partire dalla fine degli anni Ottanta, Juergen Teller ha rivoluzionato la fotografia di moda portando per la prima volta davanti all’obiettivo l’imperfezione. Marc Jacobs, Céline, Yves Saint Laurent e Vivienne Westwood: sono solo alcune delle campagne realizzate dal fotografo tedesco, che si è mosso al confine tra arte e pubblicità, radicalità e pop culture fino a  diventare una delle figure chiave della sua generazione.

“London calling, see we ain’t got no swing”

Juergen Teller nasce a Erlangen il 28 gennaio 1964. Inizialmente prova a continuare il mestiere di famiglia specializzandosi nella costruzione di ponti per violini, fino a quando non sviluppa una rara allergia per il legno che lo costringe ad abbandonare l’apprendistato. Nel 1984 si iscrive alla Bayerische Staatslehranstalt für Photographie di Monaco. Neolaureato lascia la Germania per evitare il servizio militare nazionale e parte per Londra: “Non parlavo inglese. Tutto quello che sapevo di moda proveniva da ciò che indossavano le diverse band.”

Jurgen Teller, I need to live, Triennale Milano, 2024. Foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio. Courtesy Triennale Milano

In questi anni realizza il ritratto della cantante Sinéad O’Connor che accompagna il singolo Nothing Compares 2 You (1990), la copertina posteriore di Bona Drag di Morrissey (1990), i noti scatti di Kurt Cobain in tour con i Nirvana (1991) e le fotografie domestiche della cantante Bjork con suo figlio (1993).

Nell’agosto 1994 realizza la prima copertina di moda fotografando Kate Moss allora ventenne per Vogue Inghilterra.

La rivoluzione, in realtà

Nel 1996 ritrae la super modella Kristen McMenamy nuda, con la scritta “Versace” disegnata sul petto con un rossetto rosso. La luce batte sulla pelle diafana sottolineando i difetti di un corpo solitamente pensato come ideale di perfezione. Con il ritratto di McMenamy, più reale del reale, si inaugura la cruda estetica di Teller.

Non mi interessa affatto la moda. E so che è una cosa un po’ losca essere un fotografo di moda, una specie di occupazione patetica, ma mi piace, anche se lo metto in dubbio.

Juergen Teller

Jurgen Teller, I need to live, Triennale Milano, 2024. Foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio. Courtesy Triennale Milano

Nel 1998, la Photographers’ Gallery di Londra organizza la prima grande mostra personale dedicata al suo lavoro.

All’apice del successo dirige il cortometraggio “Can I Own Myself” con Kate Moss, realizza lo spot pubblicitario della fragranza Eternity di Calvin Klein e avvia la collaborazione con il brand statunitense Marc Jacobs, la cui identità sarà fortemente plasmata dal lavoro di Teller.

Con “Go-Sees” realizza un’opera-diario che raccoglie centinaia di ritratti di modelle che hanno visitato il suo studio tra maggio 1998 e 1999.

Lavoro sempre con due fotocamere. È un po’ come se stessi ipnotizzando il soggetto con il lampeggiamento. È un bombardamento di azione, flash, e penso che li aiuti a facilitare il processo.

Juergen Teller

Nel 2003 vince il prestigioso Citibank Prize for Photography.

Jurgen Teller, I need to live, Triennale Milano, 2024. Foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio. Courtesy Triennale Milano

Provocatore, tra successo e controversie

Nel 2004 sceglie di apparire dall’altro lato dell’obiettivo interpretando l’amante dell'attrice 65enne Charlotte Rampling nella campagna primavera 2004 di Marc Jacobs.

Teller posa seminudo, in una stanza del Crillon Hotel di Parigi, stretto in un paio di pantaloncini argentati troppo piccoli. L’immagine di lui a letto mentre succhia le dita dei piedi della Rampling fa il giro del mondo, ma ancora non gli basta.

Nei mesi successivi la coppia realizza gli altri 28 scatti che compongono Louis XV, una serie che sfida il pudore dello spettatore esasperando grottescamente arroganza e lussuria.

Prendo tutto molto sul serio, ma lo faccio in modo giocoso.

Juergen Teller

Supera le sue stesse capacità di provocatore già nello stesso anno, quando realizza la nota campagna Strenesse in cui il tennista Boris Becker trascina Claudia Schiffer per il pavimento.

Spingere celebrità fuori dalla loro zona di comfort diventa per Teller un vero e proprio modus operandi, confermato dalla campagna primavera estate 2008 Marc Jacobs dove testa e piedi di Victoria Beckham spuntano da un’enorme shopping bag brandizzata.

Jurgen Teller, I need to live, Triennale Milano, 2024. Foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio. Courtesy Triennale Milano

Nell'estate del 2009, Vivienne Westwood lancia la sua ultima campagna dove posa per lui al fianco di Pamela Anderson. Election Day documenta la nuova collezione, ma anche la reazione delle due donne alla campagna elettorale di Barack Obama.

Ho un modo che fa sì che le persone si aprano e mi concedano la loro fiducia. Penso che possano percepire la mia vulnerabilità perché non ho paura di ammettere se qualcosa non funziona del tutto.

Juergen Teller

Torna a far parlare di sé con le polemiche per la pubblicità della fragranza Oh Lola! di Marc Jacobs (2011) dove l’attrice quattordicenne Dakota Fanning stringe tra le cosce una gigantesca bottiglia del profumo. Le immagini, considerate indecenti, vengono vietate dall'Advertising Standards Authority.

Nel giugno 2012 pubblica la monografia Keys To The House, una raccolta di 100 fotografie realizzate dentro e intorno alla sua casa nel Suffolk: paesaggi, ritratti di familiari e amici tra cui il ritratto di Lily Cole che fluttua come Ofelia in un fiume di fango e Vivienne Westwood appoggiata su una Mercedes Benz rossa.

Nel gennaio 2013 l'Institute of Contemporary Arts di Londra inaugura la retrospettiva del lavoro di Juergen Teller chiamata “Woo”.

Jurgen Teller, I need to live, Triennale Milano, 2024. Foto Delfino Sisto Legnani – DSL Studio. Courtesy Triennale Milano

Un brutale sguardo sul mondo

Nel 2021 pubblica il libro Donkey Man and Other Stories che raccoglie gli editoriali più celebri e i loro outtakes (compresi quelli più noti con Courtney Love, Cindy Sherman, Marc Jacobs, Victoria Beckham e Björk).

Lo stesso anno collabora con la moglie Dovile Drizyte continuando il progetto iniziato con We are building our future together, serie in cui i coniugi appaiono in cantiere, travestiti da operai edili, intenti a costruire letteralmente il loro futuro di coppia. The Myth riflette la fase successiva della loro relazione interpretando giocosamente il mito della fertilità. 97 fotografie - tante quante le camere dell’hotel in cui sono state scattate - ritraggono Drizyte con le gambe in alto dopo l’amplesso.

Nel 2024 Triennale Milano dedica al fotografo la più ampia retrospettiva mai organizzata sul suo lavoro, realizzata con il supporto di Saint Laurent by Anthony Vaccarello. In mostra circa 1000 opere: fotografie dalla prima metà degli anni Novanta a oggi, video e libri d’artista. La selezione, differente e complementare rispetto alla mostra ospitata l’anno precedente al Grand Palais Éphémère di Parigi, offre allo spettatore l’occasione per guardare il mondo attraverso lo sguardo brutale e onesto del fotografo.

Le foto usate per questo articolo sono state gentilmente fornite da Triennale Milano.

Leggi tutto
China Germany India Mexico, Central America and Caribbean Sri Lanka Korea icon-camera close icon-comments icon-down-sm icon-download icon-facebook icon-heart icon-heart icon-next-sm icon-next icon-pinterest icon-play icon-plus icon-prev-sm icon-prev Search icon-twitter icon-views icon-instagram