Un ciondolo in plastica con un microfono sempre acceso ascolta gli utenti che lo indossano, interpretando le loro interazioni attraverso l’intelligenza artificiale generativa e fornendo indicazioni e supporto tramite le notifiche dello smartphone, proprio come farebbe un amico. Il ciondolo diventa così un compagno virtuale sempre presente che aiuta l'utente ad affrontare i problemi della vita.
Non è la sinossi di un episodio di Black Mirror: è la visione che sta alla base di un nuovo gadget AI chiamato Friend, "un amico indossabile progettato per essere il tuo confidente durante la vita di tutti i giorni". Nella pratica è un ciondolo di plastica dal design discutibile che funge da microfono Bluetooth collegato a un’applicazione per iPhone.
L’azienda che sta dietro al prodotto è MyTab AI (registrata come MyTab AL) ed è stata fondata da Avi Schiffmann, uno studente di Harvard che ha raggiunto la fama nel 2020 grazie alla sua (controversa) dashboard per la raccolta dei dati globali sul Covid 19. La storia di quel prodotto è avvolta dalle polemiche (c’è chi accusa Schiffman di aver rubato l’idea, il codice e i dati), così come lo sono tutte le successive imprese del ventenne startupparo: Friend è solo l’ultima nonché la più audace.
Friend riassume tutto ciò che non va nella tendenza all’umanizzazione dell’IA generativa, dall’imitazione dell’interazione tra esseri umani, alla creazione di un dispositivo che consente di instaurare surrogati di relazioni umane per persone sole e introverse.
Nik Schevchenko, fondatore di una startup concorrente chiamata Based Hardware che sta sviluppando un prodotto pressoché identico chiamato pure "Friend", accusa Schiffmann di aver rubato l'idea e di averla commercializzata con i fondi dei suoi investitori.
Schiffmann sostiene che è accaduto il contrario e che ha avuto l'idea prima che il progetto open-source fosse lanciato su Kickstarter.
A prescindere da chi abbia ragione, i due fondatori stanno litigando per uno dei gadget AI più insensati che abbiamo visto finora.
Friend riassume tutto ciò che non va nell’attuale tendenza all’umanizzazione dell’IA generativa, dall’imitazione dell’interazione tra esseri umani tramite sistemi di empatia sintetica finta e superficiale, alla creazione di un dispositivo che consente di instaurare surrogati di relazioni umane per persone sole e introverse. La versione MyTab di Friend appare inoltre come un accrocchio di servizi AI esterni, a partire da Claude 3.5, usato per generare interazioni dal vivo. E che dire dei rischi per la privacy, visto che il microfono registra in continuazione? O del fatto che l’azienda ipotizza un prezzo una tantum di 99$ per un prodotto che utilizza costosissime Api generative per le quali 99$ bastano forse per una settimana?
Friend è solo l’ultimo di una serie di gadget che cercano di sfruttare l'intelligenza artificiale generativa per consentire nuove forme di interazione con la tecnologia. Sebbene sia assolutamente necessaria una nuova visione e una nuova struttura per le nostre interazioni con la tecnologia intelligente nell'era dell’IA, tutto ciò che questi prodotti hanno cercato di fare finora è stato sfruttare un'esigenza di mercato inesistente per estrarre capitale da Venture Capitalist con la Fomo.
Friend, Rabbit, Ai Pin o gli occhiali Brilliant non sono una risposta alla domanda fondamentale che ci poniamo sulla nostra futura coesistenza con l’IA. I loro bluff sono stati facilmente smascherati nel momento in cui il prodotto reale è arrivato sul mercato e nelle mani dei recensori tech. Ci aspettiamo che Friend faccia presto la stessa fine.