Il Teatro alla Scala di Milano celebra oggi l’inaugurazione della nuova torre di via Verdi, a firma di Mario Botta con Emilio Pizzi. Al Teatro di Giuseppe Piermarini (1778), già ampliato dai due architetti nel 2004 con due nuovi corpi edilizi, se ne aggiunge, quindi, un terzo. Nei 38 m fuori terra entreranno in funzione la nuova sala prove per il ballo al nono piano (145 m2), i locali per gli uffici fino all’ottavo piano, lo spazio per lo scarico e il premontaggio delle scenografie nel retropalcoscenico (235 m2) e due grandi terrazze al quarto e al sesto piano (di 152 e 134 m2).
Mario Botta ha raccontato del progetto a Domus, specificando che nel piano di riorganizzazione del Teatro del 2004 aveva già compreso la palazzina di via Verdi. Quindi, “il progetto è un’eredità del passato, un’intuizione che includeva già questa particella come ultima riserva degli spazi della Scala”.
Fra gli spazi non ancora completati, c’è quello che l’architetto ticinese definisce come “il cuore pulsante” della nuova estensione: la sala prove per l’orchestra attrezzata per la registrazione, di cui sono terminati i lavori strutturali, ma che sarà completata nella primavera del 2024. Si tratta di uno spazio ipogeo di 302 m2 – una superficie simile a quella del palco – che ha un’altezza di 14 m. Proprio per questo ambiente è stata avviata una gara per la realizzazione dei rivestimenti acustici, ora in fase di aggiudicazione. “Con i cambiamenti di governo che ci sono stati, l’assegnazione dei lavori dell’arredo della Scala, della parte lignea, è stata deliberata solo di recente” spiega l’architetto ticinese. “Il cantiere è una macchina ha una sua autonomia di vita, non la si può piegare alle esigenze politiche: il fatto che si inauguri adesso è forse anche un po’ controproducente come impatto sull’immagine del progetto” conclude Botta.