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L’asilo avvolgente di Paul Le Quernec per accogliere bambini in difficoltà

Vicino a Caen, in Francia, l’edificio – attraverso le sue forme, funzioni e atmosfere – vuole aiutare i bambini a ritrovare un senso di protezione, fiducia e sicurezza.

Dal 1985, a Caen, in Francia, la Maison Départementale de l’Enfance et de la Famille du Calvados (MDEFC) accoglie in un asilo temporaneo bambini – da 0 a 6 anni – provenienti da famiglie svantaggiate o abusanti. L’obiettivo era quello di proteggere e aiutare i bambini che affrontano situazioni complesse e traumatiche, prima di poter offrire loro una soluzione duratura, adatta alle loro esigenze specifiche. Così, nel 2017 la MDFEC si è rivolta Paul Le Quernec Architectes per sviluppare una nuova sede a Fleury-sur-Orne, appena fuori Caen.

Il progetto che ne è venuto fuori appare come una sorta di micro-villaggio, che ricorda vagamente quello dei puffi, con unità abitative a forma di bozzolo, organizzate intorno a spazi dedicati alle attività. Il sito, di 2650 metri quadrati, è stato organizzato in tre strutture: un edificio tecnico contenente vari laboratori; un edificio logistico, con dipartimenti amministrativi, servizi medicali e di accoglienza dei genitori, lavanderia e mensa; e infine un edificio che raggruppa gli spazi condivisi dei bambini.

Ogni unità abitativa è una piccola casa a un piano, accessibile sia dall’esterno che dall’interno attraverso una lobby di vetro. Ogni casa – dimensionata in modo da essere adatta ai bambini – si affaccia sul giardino ed è invasa dalla luce naturale, grazie alle aperture su due terrazze. Per rafforzare la sensazione di sicurezza e intimità, le casette sono caratterizzate da volumi curvi e avvolgenti, che ricordano un caldo bozzolo accogliente. Una fitta striscia verde, sul confine del sito, proteggere ulteriormente i bambini dai rumori della città.

“Garantire il benessere di bambini provenienti da ambiente familiare disturbato è stata la grande sfida di questa operazione. Per ottenere questo obiettivo, abbiamo sviluppato il progetto in modo da soddisfare tre obiettivi: stabilire una frontiera fisica e psicologica tra gli spazi in cui vivono i bambini e il resto della struttura; organizzare le varie unità in modo da creare diversi spazi individuali, garantendo al tempo stesso la loro interdipendenza funzionale; considerare ogni casetta come un bozzolo,” ha affermato Paul Le Quernec.

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