Nella vasta e ambiziosa mostra che la Tate Modern dedica all’opera di Paul Cezanne è stato allestito una sorta di passage, con una teca accompagnata da un testo che descrive alcuni degli aspetti più tecnici dell’arte del seminale pittore post-impressionista. Tra questi un passaggio del poeta austriaco Rainer Maria Rilke, dove si racconta che Cezanne utilizzava non meno di sedici diverse sfumature di blu, che mischiava lui stesso.
Sempre a Londra, a pochi chilometri di distanza, allo Science Museum, il gigante tech Oppo ha presentato Billion Colour, una campagna che vuole rimarcare l’impressionante gamut cromatico del flagship di casa, il Find X5 Pro – tra i migliori smartphone dell’anno secondo Domus -, in grado di catturare e rappresentare più di un miliardo di colori grazie al sistema proprietario a 10 bit.
L’arte oggi passa (anche) attraverso lo smartphone e spesso abbiamo sottovalutato l’importanza del colore nella creatività – un riflesso, tra le altre cose, del passaggio dalla stampa su carta alla fruizione digitale su schermi di diversa qualità e talvolta mal calibrati. Il colore è anche un motivo della collaborazione di Oppo con Hasselblad, lanciata insieme al Find X5 Pro.
Andrea Zvadova, Hasselblad heroine, una fotografa che ha sempre messo il colore al centro della sua opera, ha sfruttato al massimo le performance cromatiche del flagship Oppo firmando una campagna in cui cattura il colore in vivide immagini still-life in cui protagonista è un soggetto celebre della storia dell’arte, la natura morta floreale. L’ha fatto, ovviamente, interpretandolo alla sua maniera: “un mix tra reale e immaginario”, spiega, sottolineando anche la praticità di firmare un progetto usando uno smartphone anziché una ben più ingombrante Hassy: “è molto più facile da usare”, spiega, “più intuitivo, leggero e immediato”.