“Raffinatezze di gusto e di fantasia, materiali ricchi e a volte preziosi, la magia dell'antico che si inserisce parsimoniosamente, con una propria vita espressiva, esente da ogni banalità di imitazione o di richiamo, fanno di questa villa una casa di lusso; ma il lusso qui non è una espressione oratoria: piuttosto una liberazione da determinati vincoli e limiti, che dalla ricchezza dei mezzi crea nuove possibilità formali e associative. L'originale misura compositiva degli ambienti per stare rende poi partecipe la natura della vita della casa”.
Dopo una simile presentazione - che viene dal Domus 157 del gennaio 1941 - all’annuncio di vendita della villa realizzata da Luigi Carlo Daneri sulla penisola di Sestri Levante, a cavallo tra le due baie del borgo ligure, difficilmente servirebbe altro testo.
La casa costruita con il nome di Villa Domus dal maestro del moderno genovese in una location più che unica tra il 1938 e il 1939 è stata a lungo proprietà di Renato Minetto, editore tra le altre della rivista Abitare, ed è ora in vendita in una condizione che conserva molto del suo carattere originale. I suoi intonaci in calce avorio chiaro e la sua copertura in ardesia stanno annidati tra i pini e le eriche affacciandosi a picco sul mare aperto (e su una recente piscina), dischiudendosi in un interno dalle “soluzioni apertissime e dai movimenti snodati e liberi, nei tre nuclei distinti, ma tutti con accesso diretto dall'ingresso, per il riposo a levante, per il soggiorno a sud e per i servizi a nord ovest”.
1100 i metri quadrati della casa, 9 le camere (e 6 bagni), divise tra quelle padronali al piano terra e quelle per gli ospiti al primo piano. La parte più preziosa sta poi nel sistema di spazi di ingresso e di ricevimento, con una scaletta di ardesia che conduce a un soggiorno dove Daneri "lecorbusieriano di ferro” colloca superfici, vetri e promenades architecturales che evocano la parigina Villa la Roche. Le grandi vetrate di soggiorno e sala da pranzo, una volta aperte completamente, estendono dentro la casa la natura che la circonda, in continuità con le strutture esterne di ombreggiamento dei terrazzi, anche loro di gusto lecorbusieriano.
All’interno, lo studio bilanciato degli arredi e delle loro cromie è stato in parte trasformato e aggiornato, ma gli elementi più significativi dell’originaria Villa Domus restano presenti, come la griglia razionale in ardesia e strisce di marmo bianco nel pavimento del soggiorno, le pietre, i mosaici e il vetrocemento del patio centrale, così come i due pezzi di antichità - un piccolo portale rinascimentale e un fonte battesimale bizantino - incastonati nell’ingresso.