“Insegnare ti tiene vivo perché è uno scambio continuo; è un premio, un premio migliore di tutte le medaglie che ti possono dare. Con tutto il rispetto per le medaglie”.
Renzo Piano non vuole fare grandi teorie, dice, né si sente un professore da manuale; ma l’esperienza di sette decenni da protagonista la vuole condividere, ed è questa la sostanza di “Lezioni di Piano”, una serie in 6 episodi trasmessa su Rai5.
Il format è tanto semplice quanto forte nella sua portata: 6 progetti del Renzo Piano Building Workshop diventano l’oggetto di una discussione tra l’architetto e gli studenti, per proporne un aggiornamento contemporaneo. È il “Laboratorio Arte del Costruire” tenuto alla Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano nello scorso anno accademico, promosso dal Politecnico e da Fondazione Renzo Piano.
L’architettura non risponde solo ai bisogni. Risponde anche ai desideri
Renzo Piano
Primo campo di confronto è l’Ospedale di Emergency a Entebbe, in Uganda: un progetto completato nel 2015, che gli studenti propongono di ampliare in risposta alle nuove esigenze postpandemiche, confrontandosi con il disegno di una tensostruttura che riesca ad essere funzionale, vivibile e – proprio per questo – bella.
Ed ecco il primo punto critico: “La gente quando parla di bellezza sembra che parli di una cosa frivola, e invece non è assolutamente così”. Nel quadro di un lavoro per sottrazione, perché quello che non c’è non si può rompere – e nello scenario dell’ospedale di Entebbe questo dettaglio è vitale – la bellezza resta un fattore primario: come nell’antica Grecia gli ospedali erano pensati come luoghi di bellezza a scopo curativo, così anche Gino Strada, dopo secoli di progresso scientifico (ma di abbandono della bellezza) aveva chiesto: “Fatemi un ospedale scandalosamente bello”.
Considerato che gli episodi successivi saranno l’aeroporto di Kansai in Giappone, il Centro Culturale Jean-Marie Tjibaou a Nouméa (Nuova Caledonia), il Whitney Museum, la Fondazione Beyeler e il New York Times Building, non resta che da aspettarsi il massimo livello dei dibattiti. Ad arricchirli, in questo format curato da Francesca Molteni e prodotto da Muse Factory of Projects (la regia è di Davide Fois) arrivano le visite in Fondazione Renzo Piano a Genova e i contributi di ospiti come John Elkann, il fotografo Gianni Berengo Gardin, il giornalista Michele Serra, e Fabiola Gianotti, fisica e direttrice generale del Cern di Ginevra.
Sarà interessante vedere come la squadra delle Lezioni di Piano resterà salda sulle conclusioni del primo episodio, una frase di nuovo tanto semplice nella forma quanto complessa nella sostanza: “L’architettura non risponde solo ai bisogni. Risponde anche ai desideri”.

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