Gibellina è stata eletta all’unanimità “Capitale italiana dell’Arte contemporanea” per il 2026, vincendo la prima edizione dell’iniziativa istituita dal Ministero della Cultura lo scorso aprile per affiancare i titoli di “Capitale italiana della Cultura” e “Capitale italiana del Libro”. Con il progetto Portami il futuro, basato sullo sviluppo di programmi di rigenerazione e riattivazione del proprio patrimonio artistico, la città simbolo del terremoto del Belice del 1968 ha saputo convincere la giuria presieduta da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, aggiudicandosi un contributo statale di un milione di euro per la realizzazione del proprio piano culturale.
Al centro di numerosi interventi di arte pubblica fin dagli anni '80, dal Grande Cretto di Alberto Burri nella città vecchia alla Porta del Belice di Pietro Consagra, Gibellina ha saputo trasformarsi nel tempo in una città-opera dal grande valore sociale e identitario. “La prima Capitale italiana dell’Arte contemporanea”, ha infatti spiegato la giuria motivando la propria scelta, “con la sua candidatura offre al nostro Paese un progetto organico e solido”, grazie al quale “le pratiche e le energie dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità e del capiente concetto di eredità”.