A scuola siamo abituati a studiare la storia – e in un certo senso anche la geografia – come se noi fossimo il centro del mondo, il fulcro da cui guardare a tutto il resto, se avanza tempo, alla fine dell’anno. Anche per questo, oltre a tutti i nostri fisiologici bias cognitivi (che hanno influenzato a lungo gli stessi studi), sviluppiamo la credenza più o meno inconscia che quella occidentale fosse l’unica civiltà antica. Ovviamente non è così.
Oggi, grazie alla tecnologia di prospezione satellitare lidar (Light Detection and Ranging) e sopralluoghi sul campo, dopo quasi trent’anni di ricerche, nella foresta amazzonica ecuadoriana, è stata appena scoperta da un team di archeologi guidati dal francese Stéphen Rostain, del CNRS (Centre National de la Recherete Scientipique) una rete di antiche città, abitate tra il 500 a.C. circa e il 300-600 d.C..
La lidar, infatti, con la sua capacità di oltrepassare le nuvole e la copertura forestale per analizzare dettagliatamente la superficie terrestre (e usata per cercare giacimenti minerari), aveva già portato diversi gruppi di studiosi ad affermare con certezza che tutta la zona amazzonica ospitasse civiltà complesse. Rostain e il suo team, concentrandosi sulla valle dell’Upano, fiume che nasce nei pressi di Atillo, sulle Ande, hanno rilevato un paesaggio antropizzato con gruppi di piattaforme monumentali, piazze e strade che seguono uno schema ben definito e intrecciato con estese canalizzazioni agricole e terrazzamenti.
Ma la scoperta ancor più rilevante è che questo fitto sistema di centri urbani appare collegato da un complesso sistema stradale, che si estende per decine di chilometri con ampie strade rettilinee e dà vita a una vera e propria rete di trasporti su scala regionale. Sistemi urbani simili sono stati recentemente rilevati anche nelle civiltà Maya in Messico e Guatemala. Al momento, la civiltà Upano sembra essere la più antica società agraria amazzonica, ma probabilmente seguiranno molte altre scoperte.
Foto in copertina di Dayan Quinteros su Unsplash.

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