Il Supernote A5 X si presenta come una tavoletta solida, dai bordi squadrati e il corpo di plastica, con una cornice sottile ma non sottilissima che corre attorno a uno schermo più smilzo nelle proporzioni di quelle che ci sono familiari del classico foglio A4. La cover in dotazione si apre a libretto e prevede un anello per tenere lo stilo, che ha la forma di una comunissima penna.
Il Supernote, disponibile in due tagli, l’A5 X (che abbiamo provato per questo articolo, NdR) e il più piccolo A6, al momento in attesa di tornare sul mercato aggiornato, appartiene a una famiglia di dispositivi finora pionieristici, ma che si sta popolando sempre di più. È un blocco note digitale con schermo in carta elettronica. Può essere categorizzato come un tablet, ma a differenza di un iPad è specializzato nel prendere appunti, fare schizzi a mano e annotare libri e documenti.
Rispetto ai competitor non ha la sottigliezza e l’eleganza del Remarkable 2, o lo schermo illuminato del Kindle Scribe di Amazon. Al contrario di questi, non presenta un aggancio magnetico per lo stilo. E lo schermo eink ha una tinta un poco scura, che può rendere più difficile la lettura. Eppure il Supernote presenta caratteristiche hardware e soprattutto software azzeccate e che dicono molto sul modo in cui sta cambiando la scrittura con penna nell’epoca digitale. E che potrebbero risultare vincenti per molti possibili acquirenti.
Come si scrive su Supernote?
“Abbiamo scoperto che le persone non hanno solo esigenze funzionali legate alla scrittura, come il bisogno di vivere un’esperienza tattile simile a quella della carta, ma anche esigenze sensoriali ed emotive”, spiega il team di Supernote a Domus in una dettagliata corrispondenza via mail. Il piacere della scrittura, aggiungono, deriva anche da fattori estetici come l’impiego della cancelleria, con tutte le sue differenti proposte, e dal grip della penna tradizionale. “Tutte queste cose mancano in tablet come l’iPad”, raccontano, sottolineando come nell’ideazione di Supernote e dei suoi accessori questi elementi siano stati presi invece in considerazione. Da qui la scelta di usare la plastica come materiale per il corpo del dispositivo, “che garantisce agli utenti un aspetto e un’esperienza più intima e sensoriale, a differenza del metallo freddo e impersonale spesso presente nei tablet.”
A differenza del Remarkable e altri dispositivi della sua categoria, Supernote usa uno stilo duro con una punta di ceramica che non bisogna mai cambiare. È una scelta anche di sostenibilità, spiega Supernote, che combinandosi con la pellicola che copre lo schermo (FeelWrite), creata in collaborazione con un brand di automotive giapponese, “risolve il dilemma delle penne digitali che richiedono una frequente sostituzione del pennino a causa dell’usura, aumentando così la longevità dei nostri prodotti”.
Per Supernote, ne deriva “un’esperienza di scrittura naturale e duratura”. Alla prova pratica, la differenza rispetto all’uso di uno stilo più morbido ricorda quella tra una matita e una penna a sfera. Che sia meglio o peggio, entra nel campo del gusto e della sensibilità personale, oltre che dell’uso che si fa del dispositivo. Volendo dare retta alla maggior parte dei commentatori e delle recensioni che si possono leggere in merito, Supernote può essere ottimo per prendere appunti, un po’ meno per disegnare. Complice il fondo un po’ scuro dello schermo eink, l’esperienza di scrittura risulta buona, ma non fantastica come quella di Remarkable. Ma anche lì, dipende molto da persona a persona.
Un’esperienza smart
“All’inizio, il nostro obiettivo era quello di emulare in Supernote l’esperienza di scrittura, la semplicità e la natura priva di distrazioni di un blocco di carta, potenziandolo allo stesso tempo con funzionalità smart grazie alla tecnologia.” Questi elementi intelligenti, composti in una sorta di layer che aumenta l’esperienza del prendere appunti in un modo che solo uno strumento digitale può fare, resta per ora una prerogativa del Supernote e della sua suite software. Attraverso semplici comandi, selezionando una parola con lo stilo o disegnando una stellina accanto, si possono evidenziare parole chiave e titoli, inserire link o creare un appuntamento. Uno swipe con il dito lungo la cornice di destra apre funzioni ed elementi accessori, tra cui le app per calendario e mail, poi un digest che raccoglie le parole inserite tra parentesi quadre e altro. Ci sono anche opzioni per il riconoscimento della scrittura e per lavorare direttamente su documenti word.
Le opzioni che presenta Supernote sono tante e la curva di apprendimento può anche essere lunga. Anche l’interfaccia ha una certa complessità, con una barra di comando che offre vari livelli di personalizzazione ma con cui bisogna entrare in confidenza. Non siamo però di fronte all’entropia che riscontriamo spesso nelle interfacce digitali sviluppate in Cina, dove spesso la complessità vince sulla funzionalità. “Crediamo che questo sia il prodotto sul mercato che meglio coniuga semplicità e funzionalità”, spiega Supernote. Una convinzione che nasce dall’importante coinvolgimento della community degli utenti nello sviluppo del progetto Supernote.
Un dispositivo creato insieme alla community
All’accensione del blocco digitale, appare una frase emblematica. “For those who write”. Questo comprende non solo “gruppi specializzati” come scrittori e artisti, spiega Supernote, “ma vuole raccogliere lo spettro ampio di chi crea contenuti”. Questi individui, spiegano, “si sforzano di organizzare le proprie azioni e conoscenze in modo strutturato e si impegnano in una contemplazione ponderata”.
Supernote appare come quel raro caso di dispositivo tech sviluppato davvero di pari passo con una comunità di utenti, con un vincolo di fiducia davvero raro. Oltre alla comunicazione top down a cui siamo abituati da tutti i brand grandi e meno grandi del comparto tecnologico, Supernote utilizza strumenti come Trello per aprire alla discussione la sua roadmap di sviluppo. Sotto moltissimi aspetti, questo è un vero e proprio progetto partecipato. “Per noi, la community è una piattaforma preziosa, dove raccogliere e trasformare idee. Ecco perché siamo orgogliosi di definire i nostri prodotti come frutto di una vera “co-creazione” con la community”, spiega Supernote. Tutto il team, compreso il Ceo, hanno un tavolo aperto con chi vuole partecipare, raccogliendo idee su possibili sviluppi del prodotto e commenti su cosa è già stato fatto, creando così un circolo virtuoso. “È il nostro impegno verso la community che ispira gli utenti a unirsi a noi, contribuendo così alla sua crescita e al suo successo”.
Gli sviluppi futuri del sistema digitale Supernote sono quindi accessibili facilmente sul Trello dedicato. Di sicuro, si raffinerà il sistema di annotazione, con l’arrivo anche di un vero e proprio store per le app: per ora l’unica disponibile, utilissima anche se perfettibile, permette l’accesso alla libreria Kindle di Amazon. Entro l’anno, Ratta, l’azienda con base a Shanghai, Tokyo e L.A. che c’è dietro Supernote, lancerà una nuova versione del suo modello più piccolo, l’A6 (probabilmente si chiamerà A6 X2). Questo non vuol dire che le vecchie versioni saranno dimenticate. “Supernote è un marchio che respinge l’obsolescenza programmata. Anche con il lancio di nuovi prodotti, continueremo a fornire aggiornamenti software e assistenza clienti per A6 X e A5 X”, sottolinea con una mail a Domus il marchio.
Per la scrittura di questo articolo è stato utilizzato un sample di Supernote A5 X con cover Folio e stilo Head of Metal 2, il tutto fornito da Supernote Europe.
Tutte le immagini courtesy Ratta - Supernote