Lina Ghotmeh è stata selezionata per realizzare il Serpentine Pavilion del 2023, a Londra dentro Hyde Park.
Si tratterà della ventiduesima edizione di un’iniziativa nata nel 2000 con la commissione affidata a Zaha Hadid, che spesso ha consacrato carriere in ascesa come per Francis Kéré e Frida Escobedo, e che col lavoro di Ghotmeh costituirà una nuova tappa nella sua metodologia della Archaeology of the future.
“L’architettura è divisa tra il processo della sua realizzazione e ciò che la sua fisicità dovrebbe rappresentare. Per me l’architettura è scavare nel passato proiettando verso il futuro”, aveva detto infatti Ghotmeh a Domus in un’intervista del 2020, e À table – il suo concept per il Serpentine 2023 – articola questo approccio nella domesticità: “Ripensare a cosa e a quanto mangiamo, a come ‘consumiamo’ e a come intrecciamo le nostre relazioni reciproche e con il mondo vivente, ci spinge verso una comunione eco-sistemica e più sostenibile con la Terra” ha detto la progettista, “la nostra cucina ci riporta a casa, ci ricorda quanto siamo legati ai climi in cui siamo cresciuti”.
La forma organica del padiglione infatti si legherà ad un senso di unità, riprendendo il disegno di un tavolo e invitando ad interagire attraverso la conformazione delle sedute.
Ghotmeh, nata a Beirut nel 1980 e oggi alla testa di una firm internazionale con base a Parigi, ha da sempre lavorato sulla memoria come elemento fondante nell’agire di chi progetta, e ha tradotto questo approccio in realizzazioni come la Stone Garden a Beirut e l’Estonian National Museum. Questa linea di ricerca l’ha portata anche a diventare recentemente visiting professor a Yale, e ospite di mostre in diversi continenti, dalla Cooper Union di New Youk alla Biennale di Venezia.
In apertura: il Serpentine Pavilion 2023 progettato da Lina Ghotmeh – Architecture, rendering degli esterni. Immagine © Lina Ghotmeh – Architecture. Courtesy: Serpentine