Nelle fotografie di Mike Goldwater, che tra gli anni ‘70 e ‘80 si dedicò a documentare la quotidianità vernacolare della metropolitana di Londra, sono ricorrenti scatti di gruppi di giovanissimi tifosi ammassati presso la fermata di Wembley Park, teatro dell’annuale finale di FA Cup – il più atteso momento della stagione nel calcio inglese pre-globalizzazione.
Calcio e metropolitana a Londra vivono da sempre uno stretto rapporto sinergico. La distanza tra le fermate determina derby e rivalità, mentre i loro vagoni diventano i veicoli tramite cui farle detonare, trasportando migliaia di tifosi – di casa e in trasferta – nel giorno della partita.
Tra i tanti club londinesi, l’Arsenal è però l’unico a poter vantare una stazione della Tube dedicata. Già nel lontano 1932, l’allenatore Herbert Chapman – inventore del seminale modulo 4-4-2, nonché figura che aveva inteso con decenni di anticipo il futuro ruolo del marketing nel football – fece pressioni per fare cambiare il nome della fermata di Gillespie Road in Arsenal. Sarebbe servito a meglio orientare i tifosi nel reticolato di linee dell’Underground.
A 90 anni di distanza, Transport For London – la società che gestisce i trasporti pubblici nella capitale inglese – celebra questo speciale legame con la squadra di Londra nord realizzando in partnership con Adidas una capsule collection di abbigliamento pre-gara.
Il pattern Barman, definito dalla ripetizione delle silhouette di quattro landmark londinesi – il Big Ben, il London Eye, la Cattedrale di Saint Paul, e il Tower Bridge – e che ha reso celebri i sedili della Victoria Line su cui è ubicata la fermata di Arsenal è dunque riproposto sull’intera superficie di t-shirt e felpe girocollo.
La palette blu-azzurra che caratterizza la moquette, tra le più celebri dell’intera linea metropolitana, infatti incapsula anche cenni di bianco e rosso, i colori sociali dei Gunners. La tessa soluzione cromatica che si ritrova nel logo della London Underground, riproposto sul retro del collo dei capi. Un piumino senza maniche reversibile e un paio di pantaloni della tuta completano poi la linea, che debutta a partire da questa settimana e accompagnerà la squadra nella fase di riscaldamento fino alla fine della stagione.
A impreziosire la collaborzione anche una versione esclusiva della Oyster Card – la tessera contactless utilizzata per viaggiare in metropolitana – pensata da Reuben Dangoor, artista e tifoso dei Gunners, che ha illustrato l'evoluzione della fermata e dei suoi tifosi dal 1932 al 2022.
L’Arsenal certo non è nuovo a riflettere attraverso le proprie maglie sul suo legame con la comunità e il mondo del design. Nel 2020 la squadra era stata parte del progetto Adidas x Human Race, un’operazione di beneficienza con cui il musicista statunitense Pharrell Williams aveva ridisegnato una serie di kit di club europei, tra cui la divisa da trasferta Adidas dei londinesi in uso dal 1991 al 1993. Nella stessa stagione i Gunners erano, inoltre, scesi in campo con un kit da trasferta che riproponeva le venature marmoree dell’ingresso di Highbury, la vecchia casa del club, brillante esempio di Art Deco inglese, progettata da Archibald Leitch – storico nome dell’architettura sportiva britannica – e dismessa nel 2006.
Risale, invece, a poco più di una settimana fa la decisione del club di giocare un match con una divisa Adidas customizzata totalmente bianca e priva di rosso – comprensiva di stemmi e sponsor ton-sur-ton. L’iniziativa, eloquentemente rinominata No More Red è stata voluta dal club per sensibilizzare i tifosi sull’allarmante escalation di regolamenti di conti tra baby gang londinesi.
L’operazione tra Arsenal e TLF è l’ennesimo esempio che sottolinea il rinnovato interesse dei marchi di abbigliamento sportivo nel lasciarsi ispirare dall’urbanistica, dal design e della storia sociale delle città nel disegnare i kit delle loro squadre, come recentemente vistosi con club quali Manchester City, Inter, Venezia e Boca Juniors tra gli altri.
Immagine di apertura: La linea di abbigliamento da allenamento realizzata da Adidas per la collaborazione tra Arsenal e Transport For London. Foto Arsenal FC