“Quale progetto architettonico può tradurre le necessità e le visioni di una ‘nuova istituzione’ porosa e in continua trasformazione? Come mantenere, nel processo di formalizzazione, una gestione orizzontale e inclusiva capace di non snaturare un modello basato sull’apertura e sulla condivisione?” Venerdì 12 gennaio 2018 è stato presentato al pubblico il progetto per il rinnovamento della palazzina liberty che ospita il centro culturale Macao. Con approccio olistico, il gruppo di progettisti Archimacao, affiancato da due gruppi di studenti e laureati dell’Università Bocconi e del Politecnico di Milano, ha ripensato la forma del Nuovo Centro per le Arti, la Cultura e la Ricerca, nella delicata fase di transizione da spazio occupato a istituzione riconosciuta. Obiettivo di Macao non è solo quello di risistemare degli spazi che soffrono di anni di abbandono, ma anche ripensare il funzionamento di un’istituzione culturale oggi.
Realizzato tra il 1912 e il 1924, l’edificio è parte dell’area degli ex Macelli di Milano, e ospitava la Borsa delle Carni. A causa della liberalizzazione della macellazione negli anni Ottanta, un processo di dismissione ha portato all’abbandono di un’area di oltre 130.000 metri quadrati. Nel 2012, dopo aver occupato (con successivo sgombero) altri edifici prestigiosi in rovina come la Torre Galfa e Palazzo Citterio, Macao ha iniziato un percorso di riattivazione e animazione dello spazio che arriva in questi giorni a una fase di picco.
Il progetto architettonico presentato è quasi “invisibile”, prova a impattare minimamente sulla pregiata struttura esistente. Piuttosto che essere un gesto autoriale dall’estetica forte e definita, l’intervento è pensato come un’infrastruttura aperta alle prossime trasformazioni, di chi attraverserà lo spazio in futuro. Lo spazio principale a doppia altezza rimarrà inalterato ed è concepito come una piazza coperta con una piscina sopra. Una video installazione ha rappresentato la stravagante idea di collocare veramente una vasca d’acqua sul lucernario centrale, per risolvere i problemi di insonorizzazione dello spazio. L’opera effimera inoltre ha valorizzato uno degli elementi più preziosi dello spazio e sicuramente quello a cui gli abitanti di Macao sono più affezionati. La corona di spazi circostanti sarà destinata alle attività associative e ai laboratori, mentre al piano interrato si troveranno le funzioni più “rumorose” quali discoteca e falegnameria.
Il progetto presentato afferma che per il paesaggio in abbandono la sola architettura non basta. Lo studio dello spazio deve essere necessariamente essere parte di un progetto di cura che non finisce con i lavori di manutenzione, ma diventa cantiere permanente. Come il lavoro del giardiniere è continuo, così è anche l’opera di chi vive e abita un edificio. L’esperienza di Macao insegna come prenderci cura di una palazzina abbandonata.
- Progetto:
- Guida Galattica per nuove istituzioni
- Luogo:
- Milano
- Tipologia:
- centro culturale
- A cura di:
- attivistx di Macao
- Architetto:
- Archimacao – Azzurra Muzzonigro, Marco Brega, Graziano Palamara, Paolo Osti
- Piano economico:
- Caterina Laurenzi, Marco Minicucci, Arianna Campanile, Giacomo Zani
- Strutture:
- Lorenzo Jurina
- Impianti:
- Alessio Mirabella, Luciano Parisi
- Sicurezza/antincendio:
- Roberto Beretta
- Corso New Cultural Institutions del Politecnico di Milano:
- Azzurra Muzzonigro con Marco Minicucci, Caterina Laurenzi, Arianna Campanile, Paolo Osti