Jacques Hondelatte, un maestro assoluto di radicalità

Una mostra a Londra celebra uno degli architetti che ha avuto più impatto sulla sua generazione, e di cui si parla poco al di fuori della Francia.

Apre questa domenica 3 dicembre da Betts Project la seconda monografica dedicata all’architetto francese Jacques Hondelatte. Curata da Juan Perez-Amaya e Felix Beytout, la mostra espone documenti e progetti inediti recuperati dall’archivio di colui che viene definito il pioniere francese dell’architettura digitale.

Jacques Hondelatte, Millau Viaduct, 3 ponti, 1994. Disegno digitale, courtesy l'artista e Betts Project
Jacques Hondelatte, Millau Viaduct, vista aerea, 1994. Disegno digitale, courtesy l'artista e Betts Project
Jacques Hondelatte, Millau Viaduct, The Boob, 1994. Disegno digitale, courtesy l'artista e Betts Project
Jacques Hondelatte, TGI Bordeaux, Patte H, 1989. Disegno digitale, courtesy l'artista e Betts Project

Nonostante sia noto quasi esclusivamente ai lettori delle riviste specializzate e quindi sconosciuto al pubblico, Jacques Hondelatte (1942–2002) viene considerato una figura di culto, il cui lavoro ha avuto un impatto notevole sulla propria generazione, inclusi architetti di fama internazionale quali Jean Nouvel e Rudy Ricciotti. Hondelatte vinse il Grand Prix National di Architettura nel 1998 e lo stesso anno l’Institut Français d’Architecture gli dedicò la prima monografica assoluta curata da Patrice Goulet, lo stesso che poi firmò Jacques Hondelatte: Des gratte-ciel dans la tête, l’unica monografia dedicata all’architetto di Bordeaux pubblicata ad oggi.

Jacques Hondelatte, Tribunale di Bordeaux, 1989. Collage digitale. Courtesy the l’artista e Betts Project

Attorno alla metà degli anni ’80 Hondelatte iniziò ad interessarsi all’information technology, non soltanto in quanto strumento pressoché perfetto ed estremamente funzionale, bensì soprattutto come approccio in grado di rivoluzionare i metodi di progettazione. Ad accomunare i lavori di Hondelatte è la precisione rigorosa, l’attenzione per i dettagli e il forte elemento poetico: la materialità della struttura cessa di essere l’aspetto primario e l’architetto rifugge ogni somiglianza con la realtà, senza però mai cadere nell’utopia. Come afferma Jean Nouvel, amico di lunga data nonché collega, la sua è un’architettura che si basa sull’astrazione e la discussione, e non si ricava più dai disegni: una pratica che ha come risultato una serie di progetti incredibilmente minimalisti con i quali Hondelatte ha dimostrato di saper trasformare le sfide più difficili in soluzioni brillanti.

Jacques Hondelatte, Tribunale di Bordeaux, Facciata H, 1989. Collage digitale, courtesy l'artista e Betts Project
  • Jacques Hondelatte
  • 3 dicembre 2017 – 3 febbraio 2018
  • Juan Perez-Amaya, Felix Beytout
  • Betts Projects
  • 100 Central Street, Londra