Per la Biennale di Venezia 2011, l’artista ha eretto una foresta di creature di pietra, che si estendevano fino al soffitto come pilastri surreali. Pensa in termini di periodi geologici, mettendo sullo stesso piano storia e preistoria e futuro. Il primo piano del museo è oscurato, la flora appesa al soffitto, lo spazio pavimentato in marmo marrone, i fossili all’interno meticolosamente esposti. È un antico luogo di culto che ci porta alle origini dell’uomo o alle volte della sua tragica esistenza? Il secondo piano è sempre oscurato, al centro una copia di Guernica di Picasso (1937).
Adrián Villar Rojas; The Theater of Disappearance
Adrián Villar Rojas; The Theater of Disappearance
Adrian Villar Rojas, Two Suns
Villar Rojas aggiunge una barra di fuoco che lampeggia lungo il bordo inferiore. L’immagine di un cacciatore barbuto è visualizzata adiacente a uno dei due dinosauri. Un cesto di ferro pende dal soffitto. Gli esseri umani esistono nel mondo e, con loro, il massacro e la violenza. L’atmosfera cambia al piano superiore, tutto bianco. Le gambe del David di Michelangelo (1501–1504) sono esposte in cima a una rampa. L’umanità è arrivata sull’Olimpo, abbandonando la Terra, un ragno cibernetico è l’ultima testimonianza rimasta alla scomparsa dell’uomo – uno scenario post-apocalittico.
fino al 27 agosto 2017
Adrián Villar Rojas. The Theater of Disappearance
Kunsthaus Bregenz
Karl-Tizian-Platz, Bregenz